• Info

amareilmare

~ la musica del mare: onda dopo onda, nota dopo nota. Un adagio e poi, con impeto, esplode la passione.

amareilmare

Archivi tag: viaggio

Ultime luci del giorno

02 lunedì Mag 2022

Posted by paolina campo in libri

≈ Lascia un commento

Tag

Josè Saramago, mare, tramonto, viaggio

Al di là delle tende sottili le finestre si sono fatte d’improvviso luminose, sono i lampioni della strada. Già così tardi. Questo giorno è finito, ciò che ne resta si libra lontano sul mare e sta fuggendo, soltanto poche ore fa Ricardo Reis navigava su quelle acque, adesso l’orizzonte è qui dove arriva il suo braccio, pareti, mobili che riflettono la luce come uno specchio nero, e invece del pulsare profondo delle macchine del vapore, lui sente il sussurro, il mormorio della città, seicentomila persone che sospirano.

Josè Saramago, L’ANNO DELLA MORTE DI RICARDO REIS

Colori

28 mercoledì Ott 2020

Posted by paolina campo in pensieri

≈ 2 commenti

Tag

onda, viaggio, vita

Aria salsastra, luce abbagliante.

Milazzo

Colori. Che un tempo

brillavano, vivevano

di un palpito forte

di giovane vita.

Restano vive le sfumature,

che sempre hanno accompagnato

il viaggio che, pian piano,

si ferma, si arena

guardando lontano

i colori sbiaditi

di un tempo

dove nessuna onda

vorrà più tornare.

Fammi strada-A picciridda (5)

11 giovedì Giu 2020

Posted by paolina campo in libri

≈ Lascia un commento

Tag

Alfredo Alonso, Etna Film, quinto capitolo, viaggio, Vincenzo Consolo

“E tu, e noi chi siamo? Figure emergenti o svanenti, palpiti, graffi indecifrabili. Parola, sussurro, accenno, passo nel silenzio”. Vincenzo Consolo, NOTTETEMPO, CASA PER CASA, Mondadori editore, Milano, 1992, pag. 71

A PICCIRIDDA

Il treno era partito in orario da Palermo e il viaggio non fu interrotto da nessuna mucca dondolosa e pacioccona. Le stazioni si susseguivano una dopo l’altra, come una sfida: Bagheria, Altavilla, Trabia, e poi Termini Imerese, Buonfornello, Campo Felice di Roccella, ultime tappe dove la linea ferroviaria lambiva la costa e il mare era lì a manifestare la sua libertà infinita. Poi all’improvviso quella libertà veniva interrotta con uno stacco netto: all’improvviso era tutto giallo, secco, arso dal sole che non vedeva il mare. Il treno aveva continuato il suo percorso per attraversare prima le coltivazioni di carciofi della piana di Cerza, poi le colline aspre e desolate che da Scillato avrebbero disegnato il paesaggio fino a Enna, dove l’Etna già si mostrava in tutta la sua magnificenza. Il tempo di quel viaggio si avvolse in un attimo. Troppo presto erano arrivati a Catania. L’ansia del suo ritorno a casa aveva raccolto la matassa delle ore trascorse in treno e la depositò proprio in mezzo al petto.

-A picciridda, arrivò a picciridda!-

Erano tutti stranamente accoglienti. Suo padre sedeva su una poltrona e ascoltava la radio. Sua madre si affrettò a farla entrare e  preparò da mangiare. Era domenica e a pranzo era venuto anche Salvatore, un ragazzo del quartiere. Mostrava una certa confidenza con suo padre: parlavano, scherzavano e entrambi le posavano gli occhi addosso come a suggellare sulla sua figura uno strano patto, come se proprio su di lei avevano costruito un inconfessato progetto. Di Mimmo non parlava nessuno e lei non aveva il coraggio di chiedere. Rischiava di accendere una miccia su una storia a cui lei stessa aveva dato l’avvio. Forse durante la sua assenza tutto si era risolto. Ma come? Dimenticarsi di un figlio è impossibile, almeno a una madre. Sembrava tutto così strano.

Da quando era tornata, ogni domenica Salvatore pranzava da loro e tutte le sere della settimana andava a trovarli e portava qualcosa, un dolce o un giocattolo per la sorella più piccola, e lei, Cettina, doveva farsi trovare sempre in ordine. Non capiva più niente. Anche la mamma sembrava complice di una trappola. Ma cosa stava succedendo? Era come se stessero tramando di legarle mani e piedi a una sedia con il volto rivolto verso una realtà che non le apparteneva. Suo padre, la sua mamma, Salvatore! Si muovevano come delle ombre di una vita che le veniva imposta senza spiegazioni, senza che mai, quelle ombre, la guardassero negli occhi. Fuori, in piazza Buonadies, c’era un brulicare di gente: c’erano le sue amiche, le fantasie appena bisbigliate di giovani ragazze che portavano in giro i loro sorrisi maliziosi e complici.

Presto ci sarebbe stata la festa della Madonna e il quartiere cominciava a vestirsi di luminarie e bancarelle di noccioline, crispelle e zucchero filato. In giro, tra le viuzze antiche di quel borgo che scivolava verso il mare, ondeggiavano storie di una Catania ricca e intraprendente. Tutti nel quartiere ricordavano il cavaliere Alfredo Alonzo, ricco imprenditore catanese che, travolto dalla fama do cinematografu, aveva trasformato il borgo in una grande “città cinematografica”. Voleva, il cavaliere, portare agli onori della cronaca nazionale, e perché no, mondiale, il cinema catanese e fondare una casa cinematografica che fosse stata capace di arrivare a quel successo a cui era arrivata la Itala Film di Torino. Quest’ultima aveva trionfato con il film CABIRIA, le cui scene esterne erano state girate proprio a Catania. Era il 1913 quando attori, registi, comparse e costumisti occuparono la città per raccontare la storia di una bimba catanese rapita, approfittando della confusione che un’eruzione vulcanica dell’Etna aveva generato tra la popolazione. Il film ebbe un successo strepitoso, anche in America.

-Ti ricordi? Quanto abbiamo lavorato per il cavaliere! Bisognava fare presto e bene!-

La meraviglia era stata tanta! Il 31 dicembre del 1913 il cavaliere aveva inaugurato la casa cinematografica ETNA FILM che, nelle intenzioni del suo fondatore, doveva essere la più grande d’Italia.

-In piazza Stesicoro non si poteva passare quando all’Olympia proiettavano un film do cavaleri-

-Ricco, era ricco don Alonzo. Però, forse fici un passu troppu longu!-

-Eh sì! Poi c’è stata pure la guerra…-

-Sì, sì…pure suo figlio è partito per la guerra! Mah!-

Il successo iniziale dell’ENTA FILM aveva incoraggiato il cavaliere a cimentarsi in un kolossal, trasformando la villa di Feudo Coniglio in una reggia, impegnando attori famosi e più di trecento comparse, facendo costruire una galea seguendo un antico e prestigioso modello.

-Come si intitolava quel film dove abbiamo fatto la comparsa pure noi?-

-Ma come? Non ti ricordi? Christus, ma non c’entrava niente con Nostro Signore. Era n’autra cosa…-

-Ricordo il giorno che ci ha fatto fare pure gli attori! A noi, che manco sapevamo come muoverci in quei vestiti!-

-Però è stato bello! C’era un sacco di gente importante al porto di Ognina e la Montagna taliava tutti cosi!-

Il Kolossal che aveva impegnato notevolmente le casse della casa cinematografica di Cibali, narrava dell’amore impossibile della corrotta governatrice di Siracusa di nome Xenia per il giovane Christus che invece amava la dolce Myriam.

-Ho sentito che però non ha avuto tanto successo questo film e il cavaliere ha avuto poi un sacco di problemi, anche se ha prodotto altri film.-

-E certo! Sennò perché doveva chiudere? Peccato! Stringe un po’ il cuore a vedere tutto chiuso e abbandonato!-

Anche Cettina, una volta, con le sue amiche era andata a curiosare. Avevano potuto vedere poco anche se, dalla strada si potevano ammirare gli alberi e le piante maestose dei giardini, la grande villa con balconi e finestre che testimoniavano una ricchezza d’altri tempi.

-Io sarò una principessa e vivrò in un palazzo con cuochi e camerieri e poi…-

-E poi finiscila che dobbiamo tornare a casa, altrimenti sono guai, altro che principessa!-

Già, altro che principessa! Suo padre era tra quelli che avevano lavorato per il cavaliere, ma era rimasto un bifolco, non aveva cambiato per niente la sua natura. E anche lei voleva fuggire da quella casa, quella caverna dove si muovevano ombre che pretendevano di essere protagoniste della sua vita.

Sarebbero cominciati presto i festeggiamenti per la festa rionale, e avrebbe chiesto a suo padre di potere rimanere più tempo in piazza con le amiche; oppure avrebbe partecipato alla processione per poi dileguarsi in una delle vie che portavano alla stazione; oppure avrebbe chiesto a un’amica della mamma, che veniva per la festa della Madonna di Cibali ma viveva a Misterbianco, di ospitarla a casa sua; oppure…E mentre sommava questi “oppure”, si addormentò, distesa sul suo letto, e si trovò nei giardini del cavaliere.

Al di là dei sogni

07 sabato Apr 2018

Posted by paolina campo in pensieri

≈ Lascia un commento

Tag

film, nostalgia, sogni, viaggio

Scena tratta dal film AL DI Là DEI SOGNI del 1998, interpretato da Robin Williams

Si viaggia in nave, in treno, in aereo. Si viaggia per lavoro, per piacere, per raggiungere luoghi della speranza. Ci sono poi viaggi immaginari dove ci si vorrebbe catapultare chiudendo semplicemente gli occhi e trovarsi su un atollo sperduto nell’oceano; o tra sequoie secolari accolti da gnomi festosi; oppure in città lontane dove, secondo antiche tradizioni, offrono, a viaggiatori sperduti, fantastici pranzi e antichi giacigli.   Ma quando il sonno diventa padrone del corpo che si abbandona alle lusinghe di Morfeo,  inizia uno dei viaggi più difficoltosi,  attraverso le immagini registrate dalla mente in tutti i giorni della vita, diventando, spesso, spettatori di sé stessi.

-Allora, vediamo…di quali colori ti sei macchiato? Ecco! Trovato! Stanotte sei verde e blu!-

-Sì. Vediamo anche quali parole hanno inciso nel tuo cuore le persone che hai incontrato nei giorni della tua vita-

-Ma guarda quanta gente! Quanti volti!-

Neuroni elettrizzati e frenetici cominciano a rovistare tra i lobi della mente e, raccogli qua e togli là, cominciano a costruire storie che corrono lungo pellicole più o meno brevi, più o meno rassicuranti. Immagini, suoni, volti, parole si susseguono, si incontrano e poi si sciolgono, si appiattiscono come onde sulla battigia. Al risveglio, sembra di essere su una spiaggia, da soli, a cercare di recuperare ciò che durante il sonno ci ha fatti spettatori di noi stessi, alle prese con situazioni irreali o verosimili.

Poi ci sono i viaggi più tristi, quelli della nostalgia, degli abbracci perduti, dei sorrisi che hanno colorato la vita di gioia. Ci si imbarca sulla nave della memoria e si attraversano le nuvole del ricordo, in silenzio, per andare oltre i sogni, per superare l’immaginazione e sentire attraverso l’aria che si respira un mondo che esiste ancora, scolpito nel cuore.

Etta e la luna

06 lunedì Mar 2017

Posted by paolina campo in pensieri

≈ Lascia un commento

Tag

Dante, luna, sogno, viaggio

luna
wp-image-1304158817jpg.jpg
img_20160717_210746.jpg

 

Quando ambedue i figli di Latona,

coperti del Montone e della Libra,

fanno dell’orizzonte insieme zona,

quant’è dal punto che ‘l cenìt i ‘nlibra

infin che l’uno e l’altro da quel cinto,

cambiando l’emisperio, si dilibra….……..¹

Era una sera d’estate, di quelle che ti fanno sentire addosso la fatica di un caldo appena mitigato da un timido venticello. Il sole si era sbizzarrito, aveva spruzzato colori alla rinfusa e pian piano spariva all’orizzonte. Ci si attardava volentieri fuori, sul balcone, e sdraiata su una delle poltrone disposte ordinatamente su quel loggione rivolto verso il sipario sempre aperto dello spettacolo del cielo, Etta godeva di quell’attimo magico che era la sera. A farle compagnia dei grandi boccioli che aspettavano di consegnarsi alla luce bianca della luna. Anche quella sera, come spesso ormai le accadeva, si sorprendeva a fare discorsi che immaginava potessero trasmettersi da cuore a cuore, come se potesse esistere una comunicazione che viaggiasse silenziosa e arrivasse lì dove doveva arrivare. Prese un foglio e cominciò a disegnare qualcosa: una casa, il mare, i pesci. Il suo tempo era diventato così, come quel foglio: disponibile. Ci si potevano scrivere delle parole. Qualcuno tentava di scriverne troppe e fare un enorme scarabocchio. Ne fece una barchetta e su un fianco scrisse lei qualcosa

Sii libera di ascoltare il tuo cuore

e avrai vinto

Si imbarcò su un sogno e cominciò a navigare fino a raggiungere la luna. Si sollevo’ lentamente, attraverso’ nuvole e spruzzi di vento. Il sole scivolava dietro l’orizzonte e quei fiori sul balcone seguivano il susseguirsi dei momenti, dei colori, della storia che ogni giorno si rinnova: petali, come raggi dipinti del colore caldo del sole, illuminavano altri petali bianchi, candidi come la luna brillante tra le stelle e tra essi stami e pistilli frementi di vita. Arrivo’ sulla luna Etta, con la sua barchetta di carta e navigo’in un mare in tempesta dove alta si alzava la polvere della sua tristezza. Navigo’, resistette alle intemperie, mentre la barchetta faceva un pieno di tenerezza per portarla nel punto della luna dove qualcuno aveva nascosto la pace del suo cuore. Passarono  i giorni e man mano da lassu’ vedeva I suoi fiori piegarsi e desiderare di morire: anche un petalo bianco era partito per raggiungere la luna e chiedere di raccogliere un granello di roccia lunare per salvare e dare vita perenne al sogno di un fiore. Ma non c’ era piu’ tempo: il sole torno’ a riprendersi il cielo e la luna nascose per sempre I sogni del tempo passato.

Il giorno sorprese Etta riversa sul foglio bianco come un astro brillante, come l’idea di poter navigare cullata dai sogni della sua vita. Accanto giaceva un fiore appassito che aveva concluso la sua storia d’ amore con la luna splendente.

 

¹Quando il sole e la luna, figli di Latona, / essendo uno nel segno dell’Ariete, l’altra in quello della Libra /si trovano sulla linea dell’orizzonte in due punti opposti del cielo/ e si trovano in perfetto equilibrio rispetto allo zenit( ‘l cenìt i’nlibra),/ si sciolgono da quella cintura/ cambiando emisfero, l’uno tramontando e l’altra sorgendo. Dante, Divina Commedia, Paradiso, cantoXXIX, versi 1-6 

I miei libri

era
vi racconto
l'uomo di
A fine giornata
wp-16051973567048073178018814297288.jpg

Articoli in archivio

Mare e Montagna

  • Fatto
  • Tristezza sorridente
  • Milurè
  • José Saramago
  • Cusciuta, cusciulera, cusciuliari
  • Via della gratitudine
  • Fedicei
  • Fa caldo!
  • Il limite
  • Al fianco mio
  • Trinacria matematica (i numeri strani di Pitagora e Archimede)
  • Immagine
  • Infatati
  • Vita da geco
  • Una casa senza misura

amareilmare

agosto: 2022
L M M G V S D
1234567
891011121314
15161718192021
22232425262728
293031  
« Lug    

Sito web creato con WordPress.com.

  • Segui Siti che segui
    • amareilmare
    • Segui assieme ad altri 213 follower
    • Hai già un account WordPress.com? Accedi ora.
    • amareilmare
    • Personalizza
    • Segui Siti che segui
    • Registrati
    • Accedi
    • Segnala questo contenuto
    • Visualizza il sito nel Reader
    • Gestisci gli abbonamenti
    • Riduci la barra
 

Caricamento commenti...