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amareilmare

~ la musica del mare: onda dopo onda, nota dopo nota. Un adagio e poi, con impeto, esplode la passione.

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Archivi tag: vento

La battaglia delle nuvole

22 martedì Feb 2022

Posted by paolina campo in poesia

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Tag

bellezza, dolore, guerra, nuvole, vento

Alberi e occhi rivolti lontano

ad assistere inerti alla grande battaglia

che il vento ha intrapreso

scompigliando le nuvole,

agitando le foglie,

disturbando la quiete.

Non c’è sangue, non c’è pianto.

Tutto intorno c’è una guerra di colori,

di una vita che respira.

E’ una guerra di bellezza

che circonda il nostro mondo,

perché nessun bimbo debba

mai piangere di dolore.

Deponete presto le armi e volgete gli occhi al cielo.

La bellezza ci vuole salvare,

vuole dirci tante cose.

Non abbiamo

tanto tempo.

Ascoltiamo il nostro cuore

e volgiamoci

alla pace.

Il Nubitreno

19 domenica Mag 2019

Posted by paolina campo in pensieri

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Tag

certezza, nubi, vento, verita'

foto (15)

Non aspettare un nuovo anno per guardare meglio il mondo. Ogni giorno è nuovo.

Erano arrivati di buon’ora alla Stazione Levante per salire sul treno che li avrebbe portati alla loro destinazione, Destinazione Certezza. Alcuni, i più anziani, si sedettero sulle panchine disposte lungo il marciapiedi della ferrovia; altri stavano in piedi a guardare un punto indefinito nel cielo; altri ancora chiacchieravano animosamente, guardando impazienti l’orologio della stazione. Portavano tutti un grosso bagaglio da trasportare e vuotare una volta raggiunta Destinazione Certezza.

Non c’erano bambini tra i viaggiatori.

Il Nubitreno, questo il nome del convoglio ferroviario, tardava ad arrivare e da un altoparlante uscì fuori una voce:

-Si avvisano i viaggiatori che il treno in arrivo sul binario 0, diretto a Destinazione Certezza, ha un notevole ritardo.-

Notevole ritardo? In che senso? Arriverà? Non arriverà? Quando?

Ci fu uno scompiglio generale: chi sbuffava a destra, chi imprecava a sinistra. Poi, però, tutti pensavano di non avere scelta: dovevano aspettare alla stazione l’arrivo del treno con il loro bagaglio ingombrante, così un gruppetto di viaggiatori si unirono per giocare a carte, mentre altri andavano avanti e indietro lungo il marciapiedi che costeggiava l’unico binario della Stazione Levante.

Passò un’ora…ne passarono due…

-Comunicazione importante! Una nostra navetta, Ostrobus, è a disposizione dei viaggiatori per raggiungere Stazione Levante Nord, dove Nubitreno è in arrivo. Ci scusiamo per il disagio, ma il binario 0 non è per il momento percorribile.-

La voce, che voleva essere rassicurante sull’arrivo “certo” di Nubitreno, gettò nello sconforto la piccola comunità: sarebbero mai arrivati a prendere quel treno? Avrebbero potuto finalmente mettere ordine al contenuto dei loro grossi bagagli?

Ostrobus caricò tutti e da sud si spinse verso nord. Giunti alla nuova stazione ferroviaria, attesero ancora un’ ora, stanchi e avviliti.

-Avviso ai viaggiatori! Il Nubitreno in arrivo al binario ∞ , in seguito ad una inversione di marcia, è rimasto fulminato da un raggio di sole.-

Silenzio.

Attoniti, confusi e ormai privi di speranza cercarono di afferrare i loro bagagli che nel frattempo erano diventati evanescenti, perdendo man mano consistenza.

Non sempre quello che è certo è vero. I viaggiatori avevano costruito certezze su certezze, con la presunzione di sapere tutto del mondo, senza più stupirsi di nulla.

Non c’erano bambini tra i viaggiatori. Lo stupore dell’innocenza li aveva salvati da faticose certezze.

Pasquetta

22 lunedì Apr 2019

Posted by paolina campo in Salina

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Tag

Pasquetta, vento, vita

Il rumore del vento, le immagini in movimento del mare, la vita tutto intorno che si esprime, che regala ricordi, che rispolvera emozioni. Non vorrei più tornare, mi si stringe il cuore. È troppo per me, adesso. Ma il tempo mi dice che devo, che devo avere la forza di continuare a lottare, di credere ancora che serve farsi travolgere dalla passione del vento che smuove le onde e le lancia nel cielo, come braccia che tendono là dove le nuvole danzano e poi si sciolgono in lacrime.

‘Nto scurari

24 lunedì Set 2018

Posted by paolina campo in Eolie, Sicilia

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Tag

dialetto siciliano, disegno su cassetta di legno, mare, parole, sera, sogni, tramonto sul mare di Stromboli, vento

‘Nto scurari, all’imbrunire.

‘Nto, nel dialetto siciliano, traduce la preposizione articolata nel: ‘nto puzzu-nel pozzo; ‘nto lettu-nel letto, indicando qualcosa che è dentro qualcos’altro. Quando ‘nto precede un verbo, assume il significato di mentre, avverbio temporale, per esprimere una proposizione temporale che, in dialetto, si presenta nella sua forma implicita: ‘nto lavari-mentre lavo, ‘nto cantari-mentre canto. ‘Nto scurari-mentre sta per arrivare la sera, all’imbrunire, quando il sole è già sceso dietro l’orizzonte, le nuvole si fanno belle per accogliere la luna, e l’animo, come una casetta dagli occhi di cielo, si immerge ‘nto silenzio della sera e libera pensieri, sogni, ricordi fatti di parole, frasi, immagini. Ci si trova immersi in un momento della giornata, mentre questo momento avviene.

C’è davvero una casetta dagli occhi di cielo a Santa Marina, comune dell’isola di Salina, nell’arcipelago eoliano, poggiata su una roccia bagnata dal mare. Mille e più onde l’avranno raggiunta e chissà quante storie potrebbe narrare. La casetta ha una porticina azzurra e due piccole finestrelle come occhi di cielo che scrutano il mare. In quel piccolo cubo di pietra è possibile immaginare che vadano a incontrarsi, ‘nto scurari, le lettere dell’alfabeto che si scambiano i posti all’interno delle parole, per costruire racconti che navigano leggeri sulle onde e tra le nuvole. Fantasia e realtà si incontrano e partoriscono scene e spezzoni di vita. Un po’ come in una notte dove i sogni si susseguono tra la veglia e il sonno e sembrano spruzzi di immagini, soffi di pensieri tra i quali spesso non ci si raccapezza. Eppure, ogni scena è intrisa di vita vissuta in una danza ondeggiante di sentimenti e emozioni portati dal mare.

Cusciuta, cusciulera, cusciuliari

07 giovedì Dic 2017

Posted by paolina campo in mare, silenzio, pensieri

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Tag

arcobaleno, Iliade, Iris, Omero, parole, vento

monet

Cusciuta, era cusciuta!

Cusciulera, vo diri?

Cusciuta o cusciulera, sempre a cusciuliari era!¹

Camminava, correva. Andava al mare e poi in montagna. Distribuiva sorrisi e afferrava esperienze. Tornava a casa quando era sazia di sguardi, di parole nuove da usare, di pensieri gioiosi da sognare. Cusciuta, era cusciuta. Sì, una volta. Le piaceva cusciuliari, imbarcarsi sulle sue cosce e andare in giro ad ascoltare voci che avevano sempre tanto da raccontare.

-Irù, portaci u pani o zu Vanni- e lei partiva e portava una pagnotta a un vecchio cieco che da solo viveva in una stanza che si affacciava su una grande terrazza; che dominava tutto il paese; che era attraversato sempre dall’odore del mare; che ascoltava la voce imponente del vento; che….arrivava alla pelle e alla mente di quel malandato vecchio che di nulla aveva bisogno, se non di un pezzo di pane e un bicchiere di vino, dove ammorbidire il profumo del grano, e sentire l’ odore che lo portava tra i filari delle viti con pampini enormi e nelle cantine odorose di mosto.

-Zu Vanni, qua c’è il pane.- Lui sorrideva e Irù raccoglieva quel sorriso sdentato e se lo portava a cusciuliari. Poi tornava a casa e su dei fogli scriveva parole su parole, descrivendo storie e sensazioni, segnando ricordi e emozioni. Giorno dopo giorno.

Cusciuta, era cusciuta! Sì, una volta. Poi, chissà come fu, quei fogli si trasformarono in un corpo mostruoso che vegliava notte e giorno su di lei e tenevano la sua mente stretta dentro un guscio terribile come una caverna dove non c’erano sorrisi, ma sguardi arrabbiati; e non c’erano parole, ma grida intrecciate e confuse; e non c’erano strade dove andare a cusciuliari. Tutto era buio. In quel buio, arrivava di tanto in tanto un soffio di vento che le attraversava i piedi. E lei camminava. Con il vento ai piedi, arrivava lì dove erbe selvatiche crescevano libere al limitare di una falesia, facendo da cornice alla bellezza infinita del mare. Succedeva allora che sentiva il cuore gonfiarsi di malinconia, di grande nostalgia per quel mare a cui desiderava consegnare la sua vita. Cosa ne era stato di quella vita? Cosa ne era stato di quel suo cusciuliare in lungo e in largo, credendo che era gioia per sé e per gli altri incontrarsi? In cosa aveva creduto se non esisteva più niente di quello di ciò che era stata e voleva essere? Girò piano lo sguardo come per vedere se il mare avesse qualcosa da dirle. Vide onde che guizzavano allegre e nuvole bianche che vagavano lente aspettando che il vento dirigesse sicuro la musica del mondo.

Girò ancora lo sguardo e vide un velo di pioggia bianchissima come neve che faceva da tenda a un variopinto arcobaleno, che emergeva da un cerchio salato per poi nascondersi dietro il sipario di acqua di cielo.

…e Ares le dette i cavalli dai frontali d’oro:

lei montò sopra il cocchio, disperata in cuor suo,

accanto le saliva Iris e prendeva in mano le briglie,

frustò alla corsa e quelli, non contro voglia, presero il volo.

Subito poi raggiunsero la sede degli dei, l’Olimpo scosceso;

qui fermò i cavalli Iris veloce, che ha nei piedi il vento,

li sciolse dal carro e a loro gettò foraggio immortale;

intanto la divina Afrodite s’abbandonava in grembo a Dione,

sua madre; e lei strinse tra le braccia la figlia sua,

l’accarezzò con la mano, articolò la voce e disse:

«Chi ti ha fatto una cosa così, figlia mia, tra i Celesti,

senza ragione, quasi avessi fatto del male sotto i suoi occhi?»

Le rispondeva allora Afrodite che ama il sorriso:

«Il figlio di Tideo m’ha ferito, il tracotante Diomede,

perché io il figlio mio volevo sottrarre alla guerra,

Enea, che fra tutti mi è di molto il più caro.

Ormai la battaglia crudele non è più tra Troiani ed Achei,

ma anche agli immortali adesso i Danai fanno la guerra».

Omero, Iliade, libro V, 363-380

Iris, che ha nei piedi il vento, percorse tutti i colori dell’arcobaleno e sparì dietro la tenda di acqua di cielo dove le nuvole, cusciute, seguivano il vento.

 

¹Cusciuta, nel dialetto palermitano indica chi va spesso in giro per le strade. Cusciulera è il termine usato nell’agrigentino per dire la stessa cosa. Cusciuliari ne è il verbo.

CoLoRe

09 lunedì Mag 2016

Posted by paolina campo in pensieri

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Tag

colori, Etna, nuvole, vento

image

Arrivò prepotente il vento e scombinò l’aria e le nubi, gli alberi e le piante, la terra e il cielo. Tutto divenne scuro. Sembrava che il vento avesse portato con sé tanti piccoli granelli di sabbia, disperdendoli attorno alla montagna e sopra di essa, lasciando qualche sprazzo di luce che illuminava quel grigio. E sembrava che gli altri colori fossero fuggiti, avessero preso una pausa dal loro esagerato splendore. Rimasi comunque incantata, e anche quel grigio mi piacque.

 

Mare

16 mercoledì Dic 2015

Posted by paolina campo in mare, silenzio

≈ 1 Commento

Tag

immagini rapite, mare, pioggia, silenzio, vento

pollara2

scoglio2

scoglio

molo vecchio

Ho rapito delle immagini

e le ho nascoste nel profondo del mio cuore

Amo ogni cosa che mi circonda,

ogni soffio di vento,

ogni goccia di pioggia,

ogni raggio di sole.

Ma il mare!

Compagno di vita,

custode di ogni mia fantasia

mentre resta in ascolto dei miei silenzi.

I miei libri

era
vi racconto
l'uomo di
A fine giornata
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