
Mi sorprendo, ormai troppo spesso,
a fare i conti con una fitta,
un dolore sordo e soffocante
in mezzo al petto.
Non ho paura,
ma i miei occhi
sì, lo specchio dell’ anima,
tradiscono amarezza e
la mia mente
vaga.
Senza sapere dove andare,
a cosa aggrapparsi.
Passato è il tempo delle certezze.
L’ estate dell’entusiasmo
ha arso e prosciugato
il pozzo della mia vita
che si è stato svuotato,
e nessuna luna potrà più specchiarsi.
È arrivato l’ autunno,
arriverà presto l’ inverno.
Fatico a trovare un posto,
una dimensione che mi si addica,
che renda ragione
di quello che sono,
o ero.
Credevo in ciò che ero.
Credevo a Babbo Natale
mi sentivo forte
carica di entusiasmo,
acqua di sorgente
per annaffiare i sogni.
Adesso
che tutte le albe e
tutti i tramonti
sembrano uguali,
il dolore nel petto
è sintomo di siccità:
non c’ è più acqua
per annaffiare i miei sogni.
E non credo più
a Babbo Natale.