L’odore dei limoni appena raccolti, sbucciati e tagliati, si è diffuso per tutta la casa. Il vento fuori soffia forte e agita i rami degli alberi che quest’anno hanno dato buoni frutti. In lontananza il mare si tinge di strisce bianche e azzurre, mentre le onde sembrano vogliano divorare il cielo. Su una cucina, di quelle antiche, con lo sportellino da aprire per alimentare il fuoco con la legna, una pentola borbotta, mentre zucchero e polpa di limoni si amalgamano e si addensano. E raccontano.
Arrivava il giorno per andare a fare la spesa. Due sacchi di juta, gli scarponi, le scarpe buone, una bustina di limoni appena raccolti, una bustina vuota, e via, tutto era pronto. Dal piccolo centro abitato, costruito sulla roccia di un vulcano che per metà era precipitato in mare, la gente partiva e s’incamminava lungo una strada che odorava di terra e di mare, ammantata da un alone di magia dove gli occhi incontravano l’infinito. Si partiva presto, indossando gli scarponi e portando sulle spalle i sacchi di juta. L’andamento svelto e sicuro, cedeva man mano alla stanchezza che diventava la buona opportunità per fermarsi a raccogliere delle verdure selvatiche e guardare l’orizzonte, il mare e il sole che seguiva il loro cammino. Troppo spesso si pensa di essere soli, che la vita, il respiro del mondo finisce là dove si coltivano i propri interessi. In quella strada la gente che andava a fare la spesa incontrava una miriade di creature, uno sfavillare di colori, un’interminabile susseguirsi di odori e a ogni passo poteva capitare di parlare a un uccello come a un ragnetto e di sorridere grato per un ciuffo di finocchietto selvatico. Il percorso, non certo agevole e a volte anche pericoloso, copriva ben due ore di quella giornata. Si arrivava quindi alla meta e la prima casa dove potersi fermare era quella di compare Giovanni. Lui, padrone di un grosso veliero, che aveva viaggiato per mare ed era approdato in porti lontani, sapeva che l’accoglienza era un valore importante da custodire. In quella casa la gente trovava ristoro: un bicchiere d’acqua, due chiacchiere e una sedia dove riposarsi un po’ e potersi cambiare le scarpe.
Tutto si svolgeva secondo l’antico rito dell’ospitalità, secondo l’antica xenia dei greci che di queste sponde ne conoscevano le genti e le risorse. Secondo il rispetto reciproco tra ospitante e ospite. Chi arrivava alla casa di compare Giovanni era certo di trovare accoglienza e in cambio donava al padrone di casa e alla sua famiglia i limoni raccolti al mattino e la verdura selvatica messa insieme nella bustina durante il tragitto. Un saluto, un arrivederci e subito ci si avventurava tra le stradine, si entrava nei negozi come case dove oltre a fare compere ci si scambiava notizie sulla famiglia e il lavoro nei campi. Esaudite tutte le necessità descritte dalla lista della spesa tirata fuori dalla tasca della giacca, si andava a riprendere e indossare gli scarponi e con i sacchi pieni di roba, si tornava indietro. Il percorso era ora più faticoso, i sacchi erano pesanti e il passo diventava più lento. Il sole, ancora alto, illuminava la strada fino alla piccola polis di casette bianche sparse su quel mezzo cratere sopravvissuto all’ antica eruzione.
Qualcuno un giorno pensò di aprire un negozio di generi alimentari a Pollara: pensava di offrire un servizio più comodo. Ma fu ben presto costretto a chiudere. La gente non rinunciò mai al viaggio lungo il costone roccioso affacciato sul mare.
Chissà se qualcuno, rapito dal vento, era stato costretto ad abbandonare il suo sacco di juta per mescolarsi alle altre creature e respirare intensamente quell’aria salmastra fino a diventare esso stesso elemento e rivivere la sua esistenza diventando qualcos’altro. Un miscuglio di vento e di aria, di mare e di terra, che qualche fata leggera aveva plasmato ben bene affidandogli un nome nuovo, adatto all’insieme di principi diversi che si abbracciano e si fondono insieme. Un po’ come la mia marmellata che non è più limoni e neanche zucchero; è “marmellata”. E’ una cosa nuova e profuma di buono e di antiche storie condite di occhi e di cuore, di fuoco e vapori, di aria e di vento, di sole e di luna.