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amareilmare

~ la musica del mare: onda dopo onda, nota dopo nota. Un adagio e poi, con impeto, esplode la passione.

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Archivi tag: Palermo

Vogghiu

19 mercoledì Apr 2017

Posted by paolina campo in pensieri, Sicilia

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antico stornello, basilico, madre, Palermo

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Vogghiu ‘na vesti fatta di sita, tutta guarnita di bascilicò

Vogghiu. Voglio, voce del verbo volere. Nel senso di desiderare, volere qualcosa di cui si sente la mancanza, la nostalgia. Provare desiderium. Oppure nel senso di de-sidere, di distogliere lo sguardo dalle stelle, smettere di fantasticare e darsi da fare. Un po’ come i viaggiatori di una volta che guardavano le stelle per orientarsi e poi ne dovevano distogliere lo sguardo per seguire la rotta, cavalcare le onde: non c’era tempo per dare ascolto al desiderium, alla nostalgia di qualcosa che mancava, che faceva parte del passato. De-sidere: distogli lo sguardo dalle stelle e opera, lavora, agisci.

Vogghiu  ‘na vesti fatta di sita. Fatta, participio passato del verbo fare. Nel senso di costruire, realizzare qualcosa. Con le mani. Fare qualcosa con le mani e, via via, perfezionare una tecnica. Impara l’arte e mettila da parte. Saggezza popolare del de-sidere. Interviene poi il genio creativo, la danza della mente, e ciò che prima è solo manufatto diventa arte.

Gli uomini acquistano scienza e arte attraverso l’esperienza. L’esperienza, infatti, come dice Polo∗, produce l’arte, mentre l’inesperienza produce il puro caso.

Aristotele, METAFISICA, A, 1, 981 a

Di sita. Di seta, tessuto pregiato che di un vestito ne evoca l’eleganza di antiche regge orientali, di principesse innamorate e tradite. Si torna a guardare le stelle e la mente viaggia lontano. C’era la guerra e si cantava, per allontanare la paura dal cuore. C’era la guerra e si sognava di avere ‘na vesti di sita, per non sentire il murmuriu della fame e immaginare di essere seduti a una tavola riccamente imbandita. 

Tutta guarnita di bascilico’

Bascilico’. Basilico. Basilikos, erba degna di re, regale (Teofrasto, III secolo a. C.). Palermo, gli arabi, le cupole rosse, le spezie.

Vogghiu ‘ na vesti fatta di sita, tutta guarnita di bascilico’

Una sorta di stornello siciliano che mia madre non ricorda piu’ ma con un filo di voce accenna ancora una strofa

Viri chi ciavuru

Viri. Vedi, voce del verbo vedere. Con gli occhi. Ma anche con la mente, con il cuore.

Ciavuru. Profumo, odore. Storia, ricordo. Che vedi.

∗Polo di Agrigento, discepolo di Gorgia di Lentini, celebre sofista. Il Gorgia è un dialogo giovanile di Platone (386 a. C. circa) dove tra i personaggi compaiono Polo e Gorgia.

Moffolette e Totò

31 lunedì Ott 2016

Posted by paolina campo in ricordi

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bambini, Castelbuono, il giorno dei morti, Palermo, Salina

amareilmare

pupaccena

Arrivava il giorno dei morti. Anzi, prima ancora, arrivava l’attesa per il giorno dei morti vestita dei racconti dei nostri genitori su fatti e persone che avevano accompagnato la loro vita e non c’erano più. La curiosità si accendeva e le distanze spaziali e temporali si accorciavano: eravamo tutti lì, noi e i nostri morti, in quell’angolo di casa a condividere un momento di profonda tenerezza.

“Sapete, durante la guerra, la nonna, buon’anima, andava a prendere il pane con la tessera e lo divideva a noi che eravamo piccoli e dovevamo crescere. Lei diceva di non avere fame e intanto, poverina, diventava sempre più secca. Però rideva e cantava sempre!”

La nonna, la madre di mia madre, “secca” lo sarebbe rimasta per sempre, anche dopo la guerra, anche quando il giorno dei morti, di buon mattino, andava dal fornaio a prendere le moffolette, panini schiacciati ricoperti da tanto sesamo, “

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Presentazione 8 luglio 2015-Biblioteca Comunale di Santa Marina

13 lunedì Lug 2015

Posted by paolina campo in libri, ricordi, Salina

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Tag

biblioteca, Catania, mare, Palermo, presentazione libri, Salina, Santa Marina

 

8 luglio 2015 001 8 luglio 2015 015

8 luglio 2015 023

8 luglio 2015. Sono le 17:30. Devo correre a Santa Marina, in biblioteca. Alberto Mazzone, collaboratore volontario del Comune, mi aspetta. Lo trovo sul corso a distribuire ancora volantini per invitare la gente ad ascoltare Paolina Campo. Mi fotografa davanti alla locandina che ha preparato all’ingresso della biblioteca. Penso:-non ha trascurato nulla, è proprio appassionato a quello che fa.-

Corro in sala e mi preparo: metto i cavetti al computer e al proiettore e spero di avere fatto un buon lavoro. Comincia a entrare la gente. Mi intrattengo piacevolmente con le prime persone che hanno accolto l’invito, mentre Alberto ancora è sul corso.

-E’ alla sua prima esperienza?-

-Vive sull’isola?-

-Da quanto tempo scrive?-

Faccio anche io qualche domanda.

-Siete qui in vacanza?-

-Conoscete già Alberto?-

Ma eccolo che arriva. Si comincia.

Il grande protagonista dei miei libri è il mare e le storie che racconto hanno il sapore salmastro di onde che vanno e vengono ora delicatamente, ora impetuose.

Sono nata a Palermo, per caso. Sì , perché già da qualche anno mio padre era stato trasferito a Salina dove lavorava per conto di una società elettrica. Sull’isola portò mia madre e lì coltivarono il sogno di mettere su una grande famiglia. Decisero comunque di farmi nascere nella loro città d’origine e, dopo appena un mese, tornarono con il loro fagotto che strillava notte e giorno. Ho vissuto la mia infanzia tra lucertole e grilli color smeraldo, fino a quando ci trasferimmo a Palermo. Avevo dodici anni e la città mi sembrava così grande! Seguii i miei studi al liceo scientifico e poi alla facoltà di filosofia, trascorrendo le vacanze estive sempre a Salina dove conobbi mio marito, catanese. Quando mi chiedono se mi sento più eoliana, palermitana o catanese, non ho assolutamente dubbi nel rispondere che sono siciliana, figlia di un mare che racconta storie e diventa specchio di un cielo dai colori vivaci e cangianti, come vivaci e cangianti sono i paesaggi che mi hanno vista crescere.Nelle case dei contadini e dei pescatori sentivamo il calore di antiche tradizioni che si traducevano in amicizia e affetto soprattutto quando, dai più grandi ai più piccoli si era coinvolti in certe attività domestiche come ad esempio fare il pane in casa. In inverno trascorrevamo il tempo a casa, a studiare, o nelle case delle comari davanti al fuoco delle cucine dalle belle mattonelle azzurre che ricordavano tanto il mare che in quel periodo era in tempesta. Poi arrivava la bella stagione e si tornava a correre e giocare in giardino e iniziava la raccolta dei capperi.

Palermo, Catania e ancora Salina in una serie di immagini, ricordi, riflessioni, descrizioni di miti e tradizioni popolari che si susseguono, come diapositive di una vita dedita ai valori della famiglia ma che cerca uno spazio dove potere sempre fantasticare e trovare finalmente se stessa.

Nostalgia? Desiderio di ripercorrere ancora quei luoghi? Desiderio di appassionarsi al presente come al passato? Non so, certo è che ogni cosa che mi circonda, ieri, oggi, domani, mi parla, mi tende una mano. Ogni volto nuovo comincia a imprimere nella mia storia la sua storia e nulla mi può essere estraneo.

Alla fine Alberto mi dice:-Sei contenta? Io si!-

Certo che ero contenta! Avevo avuto un pubblico attento alle mie storie, cosa potevo volere di più!

Antonio Brundu, responsabile culturale della Biblioteca Comunale di Malfa e mio sapiente mentore, mi aspetta per tornare a Malfa mentre un sole splendido si mostra al tramonto.

 

Vi racconto una storia

23 giovedì Apr 2015

Posted by paolina campo in ricordi

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Ballarò, Catania, Etna, liceo, mercato, Palermo, Salina, sant'Agata

viuna

Palermo, Catania e ancora Salina in una serie di immagini, ricordi, riflesioni, descrizioni di miti e tradizioni popolari che si susseguono, come diapositive di una vita dedita ai valori della famiglia ma che cerca uno spazio dove potere sempre fantasticare e trovare finalmente se stessa.

Vorrei raccontare di oggi, di ieri, di domani; di paesaggi, immagini, storie e leggende. Vorrei raccontare di Catania, di Palermo, immaginare di avere un sacchetto con dentro le biglie colorate del tempo e giocare con esse e decidere di guardarvi attraverso e rivedermi bambina, ragazza, donna.

La quotidianità diventa avventura mentre dall’abitacolo della mia macchina immagino storie e studio la gente che attraversa la strada, in una Catania che ha un rapporto particolare con il vulcano, l’Etna infuocato.

La vita, la morte e poi ancora la vita. Questo è l’Etna: fitti boschi dove tra alberi altissimi corrono liberi gruppi di cinghiali e poi all’improvviso la lava nera che inesorabilmente copre tutto e da cui furtivamente fa capolino un’erbetta, un albero simile a un condannato a morte a cui è  stat concessa la grazia, simile a un bimbo che a forza nasce dalle viscere della madre.

Ma poi,  dai ricordi degli anni in cui ero una giovane studentessa, arrivano le voci del mercato di Ballarò nel quartiere dell’Albergheria a Palermo dove c’era anche il liceo scientifico Benedetto Croce.

Albergheria, terra a mezzogiorno, terra in cui la luminosità esplode in una varietà di colori e immagini tipici del mercato di Ballarò, che venne chiamato così da Bahlara, villaggio presso Monreale da cui provenivano i mercanti che lo frequentavano…….

…….Il preside ci accordava di uscire dalla scuola durante l’ora di ricreazione per comprare qualcosa da mangiare e neanche a dirlo, spesso eravamo orientati verso un bel panino con le panelle.

Nostalgia? Desiderio di ripercorrere ancora quei luoghi? Desiderio di appassionarsi al presente come al passato? Non so, certo è che ogni cosa che mi circonda, ieri, oggi, domani, mi parla, mi tende una mano. Ogni volto nuovo comincia a imprimere nella mia storia la sua storia e nulla può essere estraneo a…

…una donna che vaneggia, vulcano che scoppia, riflesso di una terra calda e tormentata, forte e orgogliosa della sua semplice storia.

 

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I miei libri

22 mercoledì Apr 2015

Tag

Catania, libri, mare, Palermo, Salina, tradizioni

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Il grande protagonista dei miei libri è il mare. Racconta storie e diventa specchio di un cielo dai colori vivaci e cangianti, come vivaci e cangianti sono i paesaggi che mi hanno vista crescere.

In Era la mia casa, pubblicato nel 2005, racconto della mia infanzia a Salina in un intreccio di ricordi, preghiere, canzoni e poesie che fanno da sottofondo a giochi di bambini all’aria aperta. Di alcune canzoni ho fatto scrivere la musica che fa da corollario al libro.

Nel 2009 esce Vi racconto una storia. Con questo libro ho voluto sottolineare la necessità di diventare amica dei luoghi in cui vivevo, ed entrare in sintonia con Palermo prima e Catania poi, significava per me conoscere a fondo quelle città ascoltando le storie che dai vicoli, dal mare, dalla montagna, l’Etna, aspettavano di tendermi la mano. Con questo libro non sono più bambina, ma moglie e madre e faccio mio il pensiero di sant’Agostino sul tempo.

L’uomo di scalo Galera esce nel 2012. L’orizzonte diventa un filo sottile dove scorrono figure leggere che un uomo dal molo di Malfa osserva in silenzio. Faccio ancora più amicizia con Salina: chiedo, mi informo, cerco persone e fatti che hanno segnato la storia dell’isola.

Il lavoro storico ed etnoantropologico è continuato con A fine giornata, pubblicato di recente.

Ma andiamo per ordine. Presentazione libri Paolina Campo

Pubblicato da paolina campo | Filed under libri

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l'uomo di
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