
Eccoti, ancora qui nella tua umile culla. Splendente d’amore e di gioia, e dormi.
Non ho nulla da offrirti, solo la debolezza, la nostalgia, la malinconia,
la speranza di una tenerezza che vibra nel cuore
al ricordo di antiche carezze e delicate canzoni
da conservare per sempre e cantare in silenzio.
E’ ancora Natale, e tu dormi.
Sara’ che vorrei che mi guardassi dritto negli occhi e
mi gridassi di alzare lo sguardo, di aver piu’ coraggio,
di sciogliere i nodi che ho intrecciato e nascosto.
Sara’ che vorrei che il tuo sguardo
arrivasse fin dove non arriva piu’ il tuo messaggio d’amore,
e si muore.
Sara’ che vorrei credere ancora
che possa esistere al mondo la cura per le piccole cose,
un saluto sincero, e la fiducia che fare e’ meglio che restare a guardare.
Sara’ che ho sempre creduto che da quell’ umile culla
zampillassero insieme la gioia e il dolore,
il bianco e il nero, il positivo e il negativo
e in mezzo tante altre cose per aprirci il cuore allo stupore.
Ma Tu dormi. Dormi ancora?
O sono troppo lontana per vedere ancora i tuoi occhi?