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Il mondo dimentica a tal punto da non accorgersi neanche della mancanza di ciò che ha dimenticato.
14 giovedì Lug 2022
Posted Salina
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Il mondo dimentica a tal punto da non accorgersi neanche della mancanza di ciò che ha dimenticato.
05 martedì Mag 2020
C’era una volta un bosco abitato da piccoli gnomi. Vivevano felici, fino a quando arrivarono i dudin, gli uomini, armati di seghe. Tagliarono uno dopo l’altro i loro alberi, sequoie giganti, che erano lì da sempre e da sempre erano stati la loro casa. Cade! gridavano i boscaioli quando il tronco di una sequoia era completamente tagliato. Cade! e il più anziano degli gnomi iniziava a svanire.
Nel 1967 la Walt Disney produsse il film LA GNOMO MOBILE, un film per bambini, ma non solo. Una comunità di gnomi rischiava l’estinzione per colpa di dudin che non vedevano oltre la soglia del guadagno economico che si poteva ricavare dall’abbattimento di alberi secolari. Disney diede un messaggio di speranza: i dudin, così come possono distruggere un bosco, allo stesso modo lo possono salvare e salvare sè stessi da scelte irresponsabili.
Il mondo è fuori e aspetta di riappacificarsi con tutti noi, poveri e irresponsabili esseri umani. Aspetta dei giovani dudin che, tra un batticuore e una canzone d’amore, possano ascoltare il suo grido di aiuto.
Il mondo attende un sorriso, il tuo sorriso!
Il mondo attende che tu sia felice!
Ma ora. Presto.
12 mercoledì Set 2018
Posted pensieri
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Chissà cosa penserebbe, se potesse pensare, una foglia caduta dal ramo più bello che credeva di avere abitato e cominciasse uno strano viaggio spinta dal vento, ormai padrone assoluto della sua vita. Era stata bella e, radiosa, aveva rivolto la sua parte migliore al sole per contribuire a rendere rigoglioso e verde il suo ramo. Ah Pangloss! Quante bugie, quante storie su un mondo migliore di tanti altri!
Chissà in quali mari della mente, se potesse avere una mente, lancerebbe i suoi pensieri pesanti come pietre attraverso le quali non soffia più un alito di vita, per poi rifugiarsi in un angolo dove il vento non può spingerla oltre e trovasse il TEMPO lì ad aspettarla per pensare.
(Ci vuole tempo per pensare, ci vuole concentrazione per essere felici.)
E insieme al TEMPO, dalla sua postazione di semplice osservatrice dei fatti del mondo, cominciasse a notare come il mondo sia talmente appesantito di grovigli di parole spogliate del loro vero significato, di situazioni che hanno perso il loro nesso logico, di occhi che dicono quello che non sentono. Natura non facit saltus, ma in quel guazzabuglio che sembra diventato il mondo, notasse come si fosse riusciti a sottovalutare passaggi importanti: dopo il bocciolo c’è il fiore e poi il frutto.
Eppure qualcuno, improvvisandosi grande innovatore, fa grandi salti, bruciando le impalcature su cui poggia la vita, tutta la vita.
Ci sono stati tempi in cui l’ uomo onnipotente ha voluto distruggere libri, organizzato roghi, spento idee, per cancellare cio’ che avrebbe potuto essere un pericolo per il predominio di un’ idea pazza di supremazia, credendo di non avere bisogno di storia, nutrendosi del poco che aveva seminato.
Ecco, quella foglia secca insieme al suo compagno, il TEMPO , arrivano a una conclusione: il MONDO, stanco e avvilito, si è messo in aspettativa, come quel lavoratore che, per far fronte a una sopravvenuta malattia, a un certo punto si astiene dal lavoro, aspettando che la sua situazione migliori per potere ripartire, per potere essere di nuovo efficiente.
La FOGLIA, il TEMPO, il MONDO. Dalla loro postazione si improvvisano mendicanti. No, non più di speranze, tanto care a coloro che si colorano il viso di buone intenzioni; non più di monete che servono a poco a chi si è vestito di scuro.
– Avete un pizzico di allegria da darmi? Sapete, per vivere, per essere ogni tanto felice.-
– Avete un abbraccio forte da regalarmi? Sapete, per colmare la solitudine di chi ancora vuole pensare.-