
Avvolta in una nuvola dorata,
sfuggivo alla gelosia di una dea
che con lo sguardo
squarciò la massa di vapori,
mi spogliò e mi rese vulnerabile.
Zeus, colpito da un incantesimo,
continuò ad amarmi
trasformandomi in giovenca.
Io era il mio nome
e ho attraversato il mare
per sfuggire all’attacco di un tafano.
Lo stesso che infastidisce l’umanità
che si sgretola, si divide, si perde
e non sa più ritrovarsi.
Io corre, fugge, si ribella
a un fato che non sa darle pace.
Io è persona che non ha bisogno di commiserazione.
Io non è il problema.
E’ la risoluzione del problema.
Attraversando le sue trasformazioni,
le sue convinzioni.
Attraversando sé stessa
nel tempo che cambia
e che la cambia.
Io.
Sacerdotessa, giovenca
e poi donna che finalmente ha trovato sé stessa.