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Scorazzava per le vie del capoluogo etneo, cavalcando un elefante che aveva forgiato con la lava del vulcano. Eliodoro era un mago dispettoso. Trasformava gli uomini in bestie, comprava merci con monete d’oro e pietre preziose che si trasformavano poi in sassi, distraeva i fedeli durante una messa, tirava la stola al vescovo e si faceva trasportare da spiriti diabolici da Catania a Costantinopoli e ritorno, per scampare alla prigione o a una condanna a morte. I catanesi erano continuamente molestati dal mago burlone che a cavallo del suo elefante magico si divertiva a far crescere i capelli ai calvi, a far spuntare corna di cervo sulla testa di qualcuno o la barba di montone ad un altro. Ma un coraggioso vescovo, il vescovo Leone, esorcizzò il mago coprendolo con la sua stola. Eliodoro, allora, cadde in una fossa infuocata e morì. L’elefante du Liodoru, prese il nome di Liotru e, posto al centro della piazza del duomo, con un grosso obelisco sul dorso per impedirne il movimento, diventò il simbolo di Catania.