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amareilmare

~ la musica del mare: onda dopo onda, nota dopo nota. Un adagio e poi, con impeto, esplode la passione.

amareilmare

Archivi tag: luna

Viaggio sulla luna

29 venerdì Apr 2022

Posted by paolina campo in pensieri

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luna, notte, sonno, viaggio sulla luna

Castello Ursino, Catania

La notte è il dì che si trasforma. Si spoglia degli abiti della veglia, mette in pausa le nostre relazioni con il mondo e pone una distanza tra ciò che è fuori di noi e ciò che si prepara a muoversi dentro di noi.

A volte, il cammino tra i sentieri del sonno diventa impervio e invano Morfeo tende  il suo mazzo di fragili papaveri. Nel buio della notte si avvicendano  immagini confuse, si ascoltano pensieri che sfuggono ai lacci della logica comune e la mente  corre attraverso spazi sconosciuti, terre incolte, strade lunghe, braccia tese verso ciò che non esiste più.  

Era d’estate e la luna già alta nel cielo vegliava sui sogni più belli e catturava le ansie di sonni ribelli di chi si scoraggia, di chi cerca di sfuggire ai fantasmi che di giorno hanno lanciato parole come frecce a far sanguinare il cuore. In quella notte calda, qualcuno immaginava che forse dovremmo tutti avere un bel cavallo alato e volare lì, su quella terra candida, dove tra laghi polverosi e montagne silenziose era nascosto tutto quello che gli uomini, razza stupida e ingrata, avevano perso mentre erano intenti a  ordire guai e cattivi affari. Qualcuno, in quella notte afosa, raggiunse la luna volando su un pensiero che si era nascosto all’interno di una nuvola.

Vagò per le montagne, scrutò tra i sassi e vide in ogni angolo vasi chiusi da grosse pietre. Su ogni pietra vi era scritto qualcosa: coerenza, gratitudine, vero amore, gioia, serenità. Sopra un vaso c’era una pietra più grande delle altre su cui era scritto PACE. Continuò il suo cammino e arrivò a un casotto da cui uscivano voci e fuoco da un piccolo comignolo. Un uomo e una donna, seduti davanti ad un camino, aspettavano pazienti l’arrivo di qualcuno che quella notte buia giunse. Ma quando ne fu vicino, il casotto si dissolse in cenere lunare e in quella terra tanto bella quanto desolata, non si vide più nulla che potesse tornare indietro, se non la forza di ripensare a mondo tutto da ricostruire sulle orme del ricordo di ciò che si era perso.

I racconti del laghetto e il pensiero ibrido(1)

28 martedì Set 2021

Posted by paolina campo in Senza categoria

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donna, luna, pensiero, pozzo

Castello Ursino-Catania

Un pensiero nacque di notte, come tanti altri. Lui però era nato strano, irrequieto: si girava e rigirava, saltava e poi all’improvviso rimaneva impigliato nei suoi stessi movimenti. Come tutti era fatto di qualcosa. C’erano pensieri composti di sorrisi solitari, altri di risate in compagnia. C’erano pensieri fatti di tristezza e malinconia. Noiosi! Alcuni erano ibridi e non si capiva da dove fossero saltati fuori. Erano un misto di gioia, di arrabbiature, di lacrime e sorrisi. E lui, il pensiero che era nato di notte, era proprio così, era un ibrido. Si infilava spesso nei sogni della gente e svolazzava, facendo confusione, mettendo disordine, scompigliando le storie, interrompendo le trame. Si immergeva ora in uno, ora in un altro sogno che come laghetti appena mossi dal vento accoglievano parole e immagini e parlavano, raccontavano e si tingevano dei tanti colori dell’arcobaleno. Il pensiero ibrido si avvicinò a un laghetto violetto e iniziò ad ascoltarne la voce.

-Una donna, con il cuore giovane e le gambe stanche, usciva ogni notte per dirigersi verso un pozzo dove la luna si specchiava. Riempiva un catino di acqua del pozzo e tornava a casa per annaffiare il suo giardino. Qui crescevano piante che emanavano una forte luce che attraversava gli occhi e arrivava al cuore dove rigogliosi sbocciavano sogni e speranze. Una notte però la donna non vide la luna dentro il pozzo. Non c’era più un goccio di acqua. Sentì all’improvviso il peso degli anni, il tempo trascorso gravare sulle sue fragili spalle e non vide più il tempo futuro. La luna che dal cielo osservava lanciò un’idea che un genio impazzito aveva lasciato sulla sua superficie. L’idea tardò ad arrivare, non trovava la strada per raggiungere la donna che curva e in silenzio lasciava che i tramonti e le albe trascorressero indifferenti al suo dolore.-

-E poi? Riuscì l’idea del genio impazzito a trovare la donna?-

-Certo. La raggiunse e le insegnò l’arte di essere felice, la gioia di avere ancora un cuore dove accogliere la luce del sole e i bagliori della luna. Le insegnò che il pozzo a cui attingere l’acqua dei suoi sogni era dentro di lei.-

Era l’idea di un genio pazzo, ma funzionava. Il pensiero ibrido pensò che anche lui doveva essere un po’ matto. Si convinse che essere un ibrido non era male. Bisognava essere fuori di testa per coltivare ogni giorno la gioia.

Credevo a Babbo Natale

04 sabato Set 2021

Posted by paolina campo in pensieri

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certezze, cuore, luna, stagioni

Mi sorprendo, ormai troppo spesso,

a fare i conti con una fitta,

un dolore sordo e soffocante

in mezzo al petto.

Non ho paura,

ma i miei occhi

sì, lo specchio dell’ anima,

tradiscono amarezza e

la mia mente

vaga.

Senza sapere dove andare,

a cosa aggrapparsi.

Passato è il tempo delle certezze.

L’ estate dell’entusiasmo

ha arso e prosciugato

il pozzo della mia vita

che si è stato svuotato,

e nessuna luna potrà più specchiarsi.

È arrivato l’ autunno,

arriverà presto l’ inverno.

Fatico a trovare un posto,

una dimensione che mi si addica,

che renda ragione

di quello che sono,

o ero.

Credevo in ciò che ero.

Credevo a Babbo Natale

mi sentivo forte

carica di entusiasmo,

acqua di sorgente

per annaffiare i sogni.

Adesso

che tutte le albe e

tutti i tramonti

sembrano uguali,

il dolore  nel petto

è sintomo di siccità:

non c’ è più acqua

per annaffiare i miei sogni.

E non credo più

a Babbo Natale.

Etta e la luna

06 lunedì Mar 2017

Posted by paolina campo in pensieri

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Tag

Dante, luna, sogno, viaggio

luna
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Quando ambedue i figli di Latona,

coperti del Montone e della Libra,

fanno dell’orizzonte insieme zona,

quant’è dal punto che ‘l cenìt i ‘nlibra

infin che l’uno e l’altro da quel cinto,

cambiando l’emisperio, si dilibra….……..¹

Era una sera d’estate, di quelle che ti fanno sentire addosso la fatica di un caldo appena mitigato da un timido venticello. Il sole si era sbizzarrito, aveva spruzzato colori alla rinfusa e pian piano spariva all’orizzonte. Ci si attardava volentieri fuori, sul balcone, e sdraiata su una delle poltrone disposte ordinatamente su quel loggione rivolto verso il sipario sempre aperto dello spettacolo del cielo, Etta godeva di quell’attimo magico che era la sera. A farle compagnia dei grandi boccioli che aspettavano di consegnarsi alla luce bianca della luna. Anche quella sera, come spesso ormai le accadeva, si sorprendeva a fare discorsi che immaginava potessero trasmettersi da cuore a cuore, come se potesse esistere una comunicazione che viaggiasse silenziosa e arrivasse lì dove doveva arrivare. Prese un foglio e cominciò a disegnare qualcosa: una casa, il mare, i pesci. Il suo tempo era diventato così, come quel foglio: disponibile. Ci si potevano scrivere delle parole. Qualcuno tentava di scriverne troppe e fare un enorme scarabocchio. Ne fece una barchetta e su un fianco scrisse lei qualcosa

Sii libera di ascoltare il tuo cuore

e avrai vinto

Si imbarcò su un sogno e cominciò a navigare fino a raggiungere la luna. Si sollevo’ lentamente, attraverso’ nuvole e spruzzi di vento. Il sole scivolava dietro l’orizzonte e quei fiori sul balcone seguivano il susseguirsi dei momenti, dei colori, della storia che ogni giorno si rinnova: petali, come raggi dipinti del colore caldo del sole, illuminavano altri petali bianchi, candidi come la luna brillante tra le stelle e tra essi stami e pistilli frementi di vita. Arrivo’ sulla luna Etta, con la sua barchetta di carta e navigo’in un mare in tempesta dove alta si alzava la polvere della sua tristezza. Navigo’, resistette alle intemperie, mentre la barchetta faceva un pieno di tenerezza per portarla nel punto della luna dove qualcuno aveva nascosto la pace del suo cuore. Passarono  i giorni e man mano da lassu’ vedeva I suoi fiori piegarsi e desiderare di morire: anche un petalo bianco era partito per raggiungere la luna e chiedere di raccogliere un granello di roccia lunare per salvare e dare vita perenne al sogno di un fiore. Ma non c’ era piu’ tempo: il sole torno’ a riprendersi il cielo e la luna nascose per sempre I sogni del tempo passato.

Il giorno sorprese Etta riversa sul foglio bianco come un astro brillante, come l’idea di poter navigare cullata dai sogni della sua vita. Accanto giaceva un fiore appassito che aveva concluso la sua storia d’ amore con la luna splendente.

 

¹Quando il sole e la luna, figli di Latona, / essendo uno nel segno dell’Ariete, l’altra in quello della Libra /si trovano sulla linea dell’orizzonte in due punti opposti del cielo/ e si trovano in perfetto equilibrio rispetto allo zenit( ‘l cenìt i’nlibra),/ si sciolgono da quella cintura/ cambiando emisfero, l’uno tramontando e l’altra sorgendo. Dante, Divina Commedia, Paradiso, cantoXXIX, versi 1-6 

La luna

01 mercoledì Mar 2017

Posted by paolina campo in pensieri

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Galileo Galileo, luna, stupore, video Disney Pixar

Stupore. Bellezza. Leggerezza.

…Però, lasciando il resto, vi rispondo, quanto alla piastra dorata, che quando ella sia piana e non molto grande, potrà apparir da lontano tutta risplendente, mentre sia ferita da un lume gagliardo, ma però si vedrà tale quando l’occhio sia in una linea determinata, cioè in quella de i raggi riflessi; e vedrassi più fiammeggiante che se fusse, verbigrazia, d’argento, mediante l’esser colorata ed atta, per la somma densità del metallo, a ricevere brunimento perfettissimo…

Galileo Galilei, DIALOGO DEI MASSIMI SISTEMI-GIORNATA PRIMA

Borges-La luna

27 lunedì Feb 2017

Posted by paolina campo in pensieri

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Tag

antico pianto, J.L.Borges, luna, notte

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alba

C’è tanta solitudine in quell’oro.

La luna della notti non è la luna

che vide il primo Adamo. I lunghi secoli

della veglia umana l’hanno colmata

di antico pianto. Guardala. E’ il tuo specchio.

Jorge Luis Borges

I miei libri

era
vi racconto
l'uomo di
A fine giornata
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