Palermo, Catania e ancora Salina in una serie di immagini, ricordi, riflesioni, descrizioni di miti e tradizioni popolari che si susseguono, come diapositive di una vita dedita ai valori della famiglia ma che cerca uno spazio dove potere sempre fantasticare e trovare finalmente se stessa.
Vorrei raccontare di oggi, di ieri, di domani; di paesaggi, immagini, storie e leggende. Vorrei raccontare di Catania, di Palermo, immaginare di avere un sacchetto con dentro le biglie colorate del tempo e giocare con esse e decidere di guardarvi attraverso e rivedermi bambina, ragazza, donna.
La quotidianità diventa avventura mentre dall’abitacolo della mia macchina immagino storie e studio la gente che attraversa la strada, in una Catania che ha un rapporto particolare con il vulcano, l’Etna infuocato.
La vita, la morte e poi ancora la vita. Questo è l’Etna: fitti boschi dove tra alberi altissimi corrono liberi gruppi di cinghiali e poi all’improvviso la lava nera che inesorabilmente copre tutto e da cui furtivamente fa capolino un’erbetta, un albero simile a un condannato a morte a cui è stat concessa la grazia, simile a un bimbo che a forza nasce dalle viscere della madre.
Ma poi, dai ricordi degli anni in cui ero una giovane studentessa, arrivano le voci del mercato di Ballarò nel quartiere dell’Albergheria a Palermo dove c’era anche il liceo scientifico Benedetto Croce.
Albergheria, terra a mezzogiorno, terra in cui la luminosità esplode in una varietà di colori e immagini tipici del mercato di Ballarò, che venne chiamato così da Bahlara, villaggio presso Monreale da cui provenivano i mercanti che lo frequentavano…….
…….Il preside ci accordava di uscire dalla scuola durante l’ora di ricreazione per comprare qualcosa da mangiare e neanche a dirlo, spesso eravamo orientati verso un bel panino con le panelle.
Nostalgia? Desiderio di ripercorrere ancora quei luoghi? Desiderio di appassionarsi al presente come al passato? Non so, certo è che ogni cosa che mi circonda, ieri, oggi, domani, mi parla, mi tende una mano. Ogni volto nuovo comincia a imprimere nella mia storia la sua storia e nulla può essere estraneo a…
…una donna che vaneggia, vulcano che scoppia, riflesso di una terra calda e tormentata, forte e orgogliosa della sua semplice storia.