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~ la musica del mare: onda dopo onda, nota dopo nota. Un adagio e poi, con impeto, esplode la passione.

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Archivi tag: festa

Cittadini

07 mercoledì Feb 2018

Posted by paolina campo in Sicilia

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Catania, devozione, festa, sant'Agata, speranza

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Devoti in processione-5 febbraio-Sant’Agata-Catania

Cittadini! Siti tutti devoti, tutti! Cittadini! Cittadini!

Fino allo scorso anno era così. La pandemia ha fermato tutto. Per quest’ anno

Li vedi correre, sostare, pregare, inneggiare per via Etnea.

Li vedi ardere di passione per una festa che esplode con forza come lava dal vulcano.

Li vedi bruciare di devozione per una Santuzza che ascolta le loro preghiere.

-Sant’ Aituzza, porterò sempre un cero più grande, più pesante perché grande è stata la grazia che ho ricevuto.-

-Sant’ Aituzza, ascoltami. Dammi la forza, dammi il coraggio di continuare il mio lavoro nonostante le difficoltà. Sant’ Aituzza, fa che nessuno mi costringa ad abbassare la saracinesca.-

-Sant’ Aituzza, sono giovane e voglio restare a vivere in questa terra che sembra maledetta e che tanto bisogno ha dei suoi figli.-

-Sant’ Aituzza, sono una donna costretta ad abbassare la testa. Sono una madre che in silenzio sopporta le angherie di un uomo, il padre dei miei figli.-

Cittadini! Siti tutti devoti tutti? Cittadini! Cittadini!

Li vedi stremati, alla fine della festa, coperti di cera come le strade che per due giorni hanno attraversato.

Sono i cittadini di Sant’ Agata: donne, uomini, bambini che affollano le strade, le piazze con il fuoco della speranza nel cuore.

Cittadini! Viva Sant’Agata!

Catania

11 sabato Feb 2017

Posted by paolina campo in pensieri, Sicilia

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bergamotto, Calvino-Le città invisibili, Catania, festa, la magia di un profumo, palazzi storici

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5 febbraio. Giro interno del fercolo di Sant’Agata.

Di una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda

Italo Calvino, Le città invisibili, OSCARMONDADORI, Milano, 2014, pag. 42

Sono appena trascorsi i festeggiamenti agatini. La città spegne i riflettori su candelore, devoti vestiti di bianco, fiumi di gente inneggianti la Santuzza, fuochi d’artificio sempre più innovativi e costosi, e migliaia di palloncini colorati che hanno mandato in visibilio i bambini. Adesso è tempo di ripulire le strade dalla cera che ha acceso l’entusiasmo di quei giorni di festa, quando tutto si è fermato e la città è stata consegnata ai cittadini.

Cittadini! Siti tutti devoti tutti?

Si! Si! Si!

 

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Mattina del quattro febbraio: la processione percorre il giro esterno della città. La giornata è cominciata molto presto, con la messa dell’aurora in cattedrale. A metà mattinata la Vara, addobbata con garofani rosa per ricordare il martirio di Agata, si trova in Piazza Dei Martiri, lì dove il Passiatore confina con la linea ferroviaria che si affaccia al porto di Levante. Una giornata fantastica, dal tepore primaverile. I treni che passano salutano la Santa con ripetuti fischi e uno dei macchinisti non resiste alla tentazione di immortalare il suo passaggio con una foto alla piazza in festa. Iniziano i botti che disegnano nel cielo azzurro di febbraio nuvole dorate e frange colorate. La Vara si muove e continua il suo percorso verso la stazione. C’è chi torna verso il Duomo, attraversando via Vittorio Emanuele chiusa al traffico per l’occasione. Non ci sono auto ma persone che godono di quella giornata e si riappropriano dei propri spazi.  E’tutto un susseguirsi di palazzi storici, molti dei quali ricordano l’opera del grande architetto Giovanni Battista Vaccarini(1702-1768).

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(Archivio di Stato di Catania) Gallery

Un grande portone si apre a imbuto lì dove ha sede l’archivio di Stato. Sono curiosa, entro. Mi vengono incontro due occhi raggianti di una signora che accarezzava una foglia e ne odorava il profumo.

-E’ una foglia di bergamotto, sa? Ha un profumo gradevolissimo! Non è quello di un’arancia e neanche di un limone. Si avvicina a quelle fraganze  ma se ne differenzia. E’ una magia.-

La signora sembrava volere giustificare la sua gioia. Si è così abituati a essere tristi.

-Quando ero bambina andavo a scuola qui vicino e la mattina entravo in questo androne per venire a trovare quest’albero che mi piaceva tantissimo. Sono passati sessant’anni, sa? E’quello guardi, il secondo a destra. E’ un poco malato, ha bisogno di cure. Prenda una foglia, odori: sa di buono, di nostro.-

Mi feci contagiare da quell’entusiasmo. Presi anch’io una foglia e la misi in tasca. La signora si dileguò come una nuvola mossa dal vento, come quei giorni di festa durante i quali la città aveva risposto alla gente venuta anche da lontano. E poi via. Passati quei giorni la città torna a non dare risposte. I grandi portoni si chiudono e il bergamotto attenderà ancora qualcuno che si ricordi di lui.

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Festa del cappero

24 venerdì Giu 2016

Tag

capperi, festa, tramonto

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Il sole, ormai volto al tramonto

dipingeva il cielo di caldi colori,

che il mare accoglieva

mischiandoli a pennellate d’azzurro.

Le nuvole si specchiavano orgogliose

in quella vasta distesa di acqua,

segnando delle zone più chiare,

come specchi di luce,

come laghi di un mondo fatato.

All’orizzonte Filicudi assisteva serena

allo spettacolo dei mille colori

che l’avvolgevano in quell’ora

che aspettava la sera.

Salina era un brulicare di gente operosa

che, nell’esplosione di un verde invitante,

rendeva omaggio ad un frutto

che è vanto di un lavoro pesante e costante,

che impegna le donne nei campi

e ha bisogno delle braccia forti degli uomini.

Il cappero aveva in serbo per loro una festa,

nel fiore che sbocciava d’incanto,

e nei suoi piccoli stami rivelava

una bellezza fino ad allora nascosta.

Un gioco di tenui colori

ricopriva la pianta spinosa,

così come mille faville

invadevano il cielo di una sera festosa.

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foto (62)

Pubblicato da paolina campo | Filed under Salina

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Salina, 18 settembre 1948

21 sabato Mag 2016

Posted by paolina campo in libri

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festa, Madonna del Terzito, pellegrinaggio, Salina

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Viale_Santuario_Madonna_Terzito

-Forza, asinella bella! Oggi è un gran giorno! Vedi quanto siamo eleganti per l’occasione?-

Monsignor Bernardino Re, i canonici e i musicanti arrivarono al porto di Rinella dove li attendeva una folla di fedeli che in processione avrebbero accompagnato il vescovo fino al santuario. C’erano gli asinelli che indossavano una sella rossa e c’era l’asinella di Antonino Divola più elegante delle altre che doveva trasportare, come sempre, il suo caro amico vescovo.

La processione si mosse dal porto di Rinella e già erano previste due soste. La prima davanti la chiesa del paesino portuale dove la banda eseguì un pezzo in onore del santo, san Gaetano, a cui seguì la benedizione di monsignore. Poi, inoltrandosi su per la collina in quella strada abitata da olivi centenari e erbe selvatiche, il corteo arrivò a  Leni dove ancora una volta la banda suonò davanti la chiesa di san Giuseppe. Ancora una preghiera e poi asinelli, uomini, donne, bambini, prelati continuarono il cammino stanchi, sudati ma con il cuore gioioso. E’ sempre così: si può essere riposati, ma soli e tristi e invece ci si può sentire stanchi e puzzare di sudore, ma essere felici.

Ecco che finalmente in lontananza si imponeva la bellezza del santuario che a sua volta aveva visto il corteo e cominciò a far sentire forte il suono delle campane che suonavano a festa, rallegrando tutta la valle. E fiori, e felci, e grossi ceri e lampade a petrolio e il palco davanti la chiesa riccamente addobbato con tovaglie di lino finemente ricamate e ancora fiori profumati appena raccolti tra le ampolline, il calice, il messale e il lezionario.

-Sembra il paradiso!- qualcuno esclamò.

Il vescovo fermò la processione davanti all’antica cappelletta per salutare la Madonnina. Poi proseguì e raggiunse il palco. All’improvviso il silenzio si impadronì di quell’angolo di paradiso e tutti ascoltarono la voce tonante del servo di Dio.

-Eccola la nostra Salina che come una nave  si pone al centro dell’arcipelago e la Madonna del Terzito sta sul ponte di comando!-

La gente si gonfiò di orgoglio e fu ripagata di tutti quei giorni di lavoro e preparativi, mentre arrivava la sera e la valle fu illuminata dalle luci di una fiaccolata che avrebbe così chiuso i festeggiamenti.

 (A fine giornata)

I miei libri

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A fine giornata
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