
Vive all’interno del vulcano Etna ed è un dio, figlio di Zeus.
Nella sua fucina, Efesto modella, piega, usa mantici, mette in atto la sua raffinata tecnica. Sa come usare il fuoco, è un maestro nel forgiare oggetti, nel mettere a disposizione la sua arte ingegneristica.
Teti dai piedi d’argento giunse alla casa d’ Efesto
eterna, risplendente, pregiata fra gli immortali,
tutta di bronzo, che s’era fatta lo zoppo con le sue mani.
Lo trovò che girava tra i mantici tutto sudato,
faceva ben venti tripodi,
che stessero in piedi lungo le mura del livellato salone,
ed alla base di ognuno metteva rotelle d’oro,
perché da soli potessero andare al concilio divino
e poi fare ritorno nella sua casa, meraviglia a vedersi.
Omero, ILIADE, libro XVIII, vv.369-377
Brutto, rude, claudicante, genera bellezza, ma è pronto a maledire le sue mani, combattuto tra la pietas per Prometeo che dovrà incatenare a una roccia e il dovere di eseguire gli ordini del padre.
O mani mie sovrane, odiatissime mani
……………..
Prometeo, quanta pena al tuo patire
Eschilo, PROMETEO INCATENATO, v.45-v.66
Vive nelle viscere dell’Etna il dio Efesto e come lui è paurosa e bella, minacciosa e generosa.