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amareilmare

~ la musica del mare: onda dopo onda, nota dopo nota. Un adagio e poi, con impeto, esplode la passione.

amareilmare

Archivi tag: colori

Estate

27 martedì Lug 2021

Posted by paolina campo in Eolie

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colori, estate

Era d’estate e la frescura arrivava da un timido vento che attraversava i rami di un albero di fichi maturi, dolci, verdi come alghe che Dionisio s’era divertito a rubare a Poseidone per comporre quelle grosse gocce di zucchero che pendevano sopra fiori che ne avevano replicato i colori.

Era d’estate e i fiori dei capperi affidavano al sole il loro volto più bello, la loro immagine più spettacolare . Quella stessa che i fichi serbavano all’interno del loro involucro verde smeraldo: steli piccoli e morbidosi, bianchi; filamenti lunghi, protesi al sole, anch’essi bianchi. Poi, come goccioline sfuggite dai colori dell’ arcobaleno, puntini viola a definire il disegno degli steli e dei filamenti.

Era d’estate e nell’ozio forzato di un caldo schiacciante, riflettevo su come i colori riescono a dare ragione della diversità che esiste in natura: molti fiori, frutti, ortaggi condividono il verde, il viola, il bianco ed altri colori, mischiandoli in maniera diversa, creando bellezza. Così come avere un naso, una bocca, due occhi: sono comuni a tutti gli esseri umani e gli animali che attraversano le acque, il cielo e la terra. Tutti abbiamo un naso, una bocca, due occhi eppure quanta varietà, quanta bella diversità.

Eh sì, era d’estate. Faceva tanto caldo e la mia mente vagava, cercava un rimedio a quell’ozio forzato.

Una goccia di rugiada

08 sabato Mag 2021

Posted by paolina campo in pensieri, poesia

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bellezza, colori

Questa settimana è stata celebrata la GIORNATA MONDIALE DEI COLORI: una di quelle notizie che cadono come gocce di rugiada su foglie appassite che sentono dentro uno strano sfrigolio.

Allora si liberano i pensieri e si vola con la fantasia.

I colori esprimono la bellezza del mondo, un dono che riempie di gioia il cuore. Descrivono spesso i nostri turbamenti, le nostre emozioni; intrecciano quel filo invisibile che attraversa le cose del mondo. Una giornata grigia si lega alla malinconia, alla tristezza, alla nostalgia che non sono brutte cose, fanno parte del nostro modo di essere. Un fiore colorato, un tramonto luminoso, un arcobaleno sono dipinti con colori vivaci che si legano a momenti più sereni. Dove c’è colore c’è vita, bellezza.

BELLEZZA

Azzurro, come il mare

dove si vorrebbe annegare

per soddisfare quel pazzo

desiderio d’immenso.

Bianco, come le onde

che svelte corrono verso la riva

per rinnovare un amore

che mai può finire.

Grigia la roccia

che è  forte come una madre

che attende paziente

il ritorno di un figlio.

Giallo, come il sole al tramonto

in una giornata ventosa

 che ha disperso nell’aria

i suoi mille colori.

Celeste, come il cielo

 abitato da nuvole nomadi

che portano in seno

antiche canzoni.

Bellezza.

Una poesia di qualche tempo fa ma che torna in questa settimana dedicata ai colori.

Nuvole

02 martedì Feb 2021

Posted by paolina campo in pensieri, poesia

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Tag

casa, colori, sogno

Sembra che le nuvole viaggino con un grande desiderio,

tornare a casa.

E la loro casa è lì, dove abitano i sogni.

Dove un soffio di vento è come un’antica carezza;

dove la mente è attraversata dalle note di campane festose;

dove sorridere al mondo è semplice, è naturale;

dove bellezza fa rima con freschezza

e colore fa rima con ardore.

Tornare a casa,

alle esigenze del cuore,

alla luce che investe senza però fare male,

a sguardi sereni e mani accoglienti,

a lampi  di incanto e tuoni di gioia.

Tornare a casa.

Dove le strade coperte di libri da attraversare,

non trovano muri ma parole da imparare

e il cielo, come unico ponte sui colori del mondo.

Tornare a casa,

in quella casa che è cielo, che è aria, che è acqua

e colore tutto intorno.

Tramonto

27 mercoledì Nov 2019

Posted by paolina campo in Etna, pensieri

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Tag

colori, cuore, riflessioni


Quando il cuore non sa più cantare,

si chiude nel silenzio e

attende.

Comprende che è tempo di ascoltare,

di guardare ciò che sempre si rinnova,

di osservare che la vita

si dipinge di colori sempre nuovi.

Attende. E, nell’ attesa, spera.

Ballarò

30 venerdì Mar 2018

Posted by paolina campo in Sicilia

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Tag

Ballarò, colori, mercato storico, Palermo, profumi, voci

BALLARO

Antonello Blandi, Ballarò

Nel 2016, Antonello Blandi, grafico e designer palermitano, diede un’originale rappresentazione del mercato storico di Ballarò. Nel quadro, personaggi famosi dello spettacolo, della politica o delle “sfere alte” della Palermo bene, sono trasformati in abbanniatori¹, mentre Andrea Camilleri, da uno dei balconi ai piedi della cupola della chiesa del Carmine, osserva e scruta la folla.

Cominciai la mia avventura scolastica a Palermo proprio nei pressi del mercato storico di Ballarò, cuore pulsante di un quartiere normanno il cui nome, Albergheria, indica una terra a mezzogiorno, illuminata da un sole raggiante, e deriva da Albahar, nome con cui i saraceni chiamarono “mare” quel lago così grande e vasto dentro la città, probabilmente formato dall’incontro di due fiumi, il Papireto e il Kemonia, ricco di pesci e circondato da un muro adorno di barchette d’oro e d’argento. Il mercato era allora frequentato da mercanti arabi che da Bahlara, villaggio nei pressi di Monreale, popolavano ogni giorno il quartiere dell’ Albergheria per vendere, comprare, litigare e scendere a patti.

Quanto basta per immaginarsi in una storia da Mille e una notte.

In una delle case dell’antico rione nacque Giuseppe Balsamo, conte di Cagliostro come si fece chiamare in seguito. Figlio di un mercante di stoffe, fu alchimista, mago, avventuriero, falsario, guaritore e, durante il secolo dei lumi, trascorse la sua vita girovagando in lungo e in largo per le corti di tutta Europa. La sua vita e la sua morte sono avvolte dal mistero e, secondo una leggenda popolare che circolava tra le vie del quartiere dell’ Albergheria, il suo corpo era arrivato in Sicilia e sepolto in una nicchia delle catacombe dei Cappuccini a Palermo.

Andavo e tornavo da scuola attraversando voci, colori, misteri conditi da profumi di una tradizione che resisteva al tempo. Bancarelle cariche di frutta, verdure, spezie e aromi si alternavano a quelle del pesce, della carne, delle olive, delle conserve, del pane e poi, tra la baraonda di parole gridate che saltellavano scoppiettanti tra la merce esposta, se ne sentiva qualcuna che, attraversando il mercato con flemma indicibile, portava con sé un odore forte, come di pizza riccamente condita.

-Cavuru, cavuru è!²-

Ma come? Faceva già caldo! Un uomo trainava a mano il suo carretto e ignaro del trascorrere delle stagioni, attirava la gente con la sua voce e il forte profumo di focaccia, salsa di pomodoro, cipolla, formaggio, mollica attraversava le narici e inebriava la mente tanto che, anche in estate, lo sfincione si preferiva al cono gelato.

E poi panelle e crocchette di patate gialle come il sole e panini con la milza cotta nella sugna bollente come la terra di mezzogiorno… lanciavano il loro invito da bottegucce affollate di gente, che ogni giorno transitava per il mercato di Ballarò.

-Che mangiamo stasera?-

-Niente, vai a Ballarò e prendi quattro panini con panelle e crocchè.-

E quel niente si condiva di forti sapori e intensi profumi.

¹Urlatori
²-Caldo, caldo, è!

Nuvole

01 sabato Ott 2016

Posted by paolina campo in pensieri

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Tag

casa, colori, sogni

Sembra che le nuvole viaggino con un grande desiderio:

tornare a casa.

E la loro casa è lì, dove abitano i sogni.

Dove un soffio di vento è come un’antica carezza;

dove la mente è attraversata dalle note di campane festose;

dove sorridere al mondo è semplice, è naturale;

dove bellezza fa rima con freschezza

e colore fa rima con ardore.

Tornare a casa,

alle esigenze del cuore,

alla luce che investe senza però fare male,

a sguardi sereni e mani accoglienti,

a lampi  di incanto e tuoni di gioia.

Tornare a casa.

Dove le strade coperte di libri da attraversare,

non trovano muri ma parole da imparare

e il cielo, come unico ponte sui colori del mondo.

Tornare a casa,

in quella casa che è cielo, che è aria, che è acqua

e colore tutto intorno.

 

 

 

 

Il gabbiano triste

12 martedì Lug 2016

Posted by paolina campo in pensieri

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Tag

cielo, colori, mare, nuvole, pensiero

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Gli facevano compagnia il sole, il vento e la brezza del mare. Da quando quel giorno non volò più, pensò che voleva essere qualcos’altro. Voleva diventare un’onda. Aveva attraversato il cielo e incontrato le nuvole e dall’alto aveva osservato le onde del mare che alternavano movimenti e suoni mai uguali e sempre vivi ed intensi. Raccontavano, le onde, di sirene incantatrici, valorosi soldati; di intrepidi navigatori e terribili pirati; di uomini, donne, bambini in cerca di un posto sicuro.  Raccontavano la favola del mare che si allungava sulla riva per consegnare al mondo le sue storie e donare ogni volta un abbraccio, un pensiero. Come se il mare avesse in sé la magia di portare a riva un monito, una speranza e trascinare via le cose cattive del mondo. Il gabbiano aveva smesso di volare quel giorno e attendeva paziente e fiducioso di ascoltare l’anima del mare. Certo, non era più tanto giovane, ma la sua mente era ancora vivace e i suoi ricordi erano sempre lì a fargli compagnia. Ma cominciava a sentire una strana tristezza. Era come se si fosse allontanato, non da qualcosa o da qualcuno. No. Era come se si fosse allontanato da sé stesso  e non riusciva più a trovarsi.

-Ecco, forse sono quell’onda. Forse, come onda sarò più felice.-

Un’onda più grande delle altre gli si avvicinò e con voce leggera gli soffiò nella mente qualcosa. Se fosse diventato un’onda, non avrebbe più volato; se lui era un gabbiano, se aveva il manto bianco come quelle onde che tanto amava e gli occhi azzurri come il cielo ed il mare, era perché faceva parte di quell’abbraccio immenso che è la vita. Non era necessario diventare qualcos’altro per trovarsi, bastava porre attenzione al suo tempo, al suo essere un insieme di tante avventure.

-Ehi! Sai che la forma di quel masso dove poggi le zampine ricorda uno dei problemi classici dell’antichità che doveva servire a salvare gli ateniesi dalla peste¹?-

Il mare sapeva tante cose! Il gabbiano, incuriosito, si mise di nuovo alla ricerca, questa volta non di sé stesso, ma di qualcosa che lo avrebbe fatto sentire orgoglioso di quello che era.

¹Duplicazione del cubo o problema di Delo. Nel 429 a. C. la peste decimò la popolazione ateniese. Fu mandata allora una delegazione all’oracolo di Delo per interrogarlo su come potere scongiurare l’epidemia. L’oracolo rispose che era necessario raddoppiare l’altare cubico di Apollo.

CoLoRe

09 lunedì Mag 2016

Posted by paolina campo in pensieri

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Tag

colori, Etna, nuvole, vento

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Arrivò prepotente il vento e scombinò l’aria e le nubi, gli alberi e le piante, la terra e il cielo. Tutto divenne scuro. Sembrava che il vento avesse portato con sé tanti piccoli granelli di sabbia, disperdendoli attorno alla montagna e sopra di essa, lasciando qualche sprazzo di luce che illuminava quel grigio. E sembrava che gli altri colori fossero fuggiti, avessero preso una pausa dal loro esagerato splendore. Rimasi comunque incantata, e anche quel grigio mi piacque.

 

Bellezza

26 martedì Apr 2016

Posted by paolina campo in pensieri, Salina

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bellezza, cielo, colori, mare, nuvole, Salina

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Azzurro, come il mare dove si vorrebbe annegare

per soddisfare quel pazzo desiderio d’immenso.

Bianco, come le onde che svelte corrono verso la riva

per rinnovare un amore che mai può finire.

Grigia la roccia che è  forte come una madre

che attende paziente il ritorno di un figlio.

Giallo, come il sole al tramonto

in una giornata ventosa che ha disperso nell’aria i suoi mille colori.

Celeste, come il cielo abitato da nuvole nomadi

che portano in seno antiche canzoni.

Bellezza.

 

Il pittore di nuvole

20 mercoledì Gen 2016

Posted by paolina campo in libri

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colori, danza, mattina, nuvole, sogno

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Il giorno dopo la festa, Assunta si era svegliata con una grande agitazione nel cuore.

Aveva fatto un sogno strano. Si vide smarrita tra i sentieri di una grande montagna che sembrava cambiare colore al mattino, a mezzogiorno e alla sera.

Presso il pendio della montagna un piccolo uomo danzava leggero: un passo avanti, un ondeggiare del busto e poi ancora un passo. Danzava e con entrambe le mani teneva un lungo pennello che intingeva in una delle sorgenti che si affacciavano dalla roccia e poi lo portava al cielo. Si muoveva tra latte di colore diverso: bianco, rosa, arancione, violetto, grigio…e dipingeva. Dipingeva nuvole.  

-Chi sei?-chiese Assunta-Ti prego! Rispondimi! Sto cercando il mio Vincenzo. Dov’è? E’ tra le tue nuvole?-

Ma egli continuava a dipingere e danzare. Poi si girò verso di lei.

-Vincenzo!-gridò. E si svegliò.

(Paolina Campo, A FINE GIORNATA, A&B editrice, 2015, pag.44)

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