Acconciatura anni ’60, con cotonatura casual e ciocche lunghe alla Brigitte Bardot.
Cappellino inglese, sfizioso, reale ed elegante.
Riccioli sparsi, ribelli, un po’ rivoluzionari.
Chioma ordinata, liscia e seriosa, da professoressa impegnata.
Osservando la Montagna dal balcone di casa, la mia fantasia si scatena! Eppure quelle nuvole, che ho immaginato come capelli variamente acconciati di una elegante signora, ho scoperto che hanno un significato molto importante per i pescatori catanesi. Prima che arrivasse la pandemia, amavo visitare i numerosi negozi di rigattieri che qua e là si affacciano sulle vie della città etnea. Tra vecchie lampade, sedie traballanti, tavoli di legno pesantissimo e libri dai fogli ingialliti e delicatissimi, un giorno fui attirata da un libro. Ne ho presi tanti di libri, vecchi e con un odore antico di cose usate e amate. Quello invece non era proprio antico. Si trovava dentro un cesto poggiato sul pavimento e aveva una bella copertina gialla: Pippo Testa e Mimmo Urzì, IL GOLFO DI CATANIA E I SUOI PESCATORI, Edizioni GRECO, 1996. L’ho letto tutto d’un fiato e subito ho scoperto che le nuvole che volteggiano e abbracciano l’Etna, sono, in vero, il barometro dei marinai, sono i segni attraverso cui i pescatori interpretano le condizioni meteorologiche.
-Oggi la Montagna dice che si può uscire per mare-
-Mmm…oggi è meglio che non ci muoviamo. L’Etna è strammata (disturbata)-
Ecco, l’Etna condiziona la fantasia di chi non si stanca mai di osservarla come smuove le correnti del mare. Quannu u mari vugghi (quando il mare ribolle), vuol dire che il vulcano tuona. E la fantasia galoppa.