I miei libri, la mia isola, la mia passione
Evento in biblioteca
08 lunedì Lug 2019
Posted Salina
in08 lunedì Lug 2019
Posted Salina
inI miei libri, la mia isola, la mia passione
23 giovedì Apr 2015
Posted Salina
inEra la mia casa nasce dall’esigenza di esprimere l’emozione dolce e rasserenante che sento ogni volta che cerco me stessa bambina, scavando nei miei ricordi e scoprendo così come sia possibile provare sensazioni di un tempo che cronologicamente non mi appartiene più ma che fa parte di me, è dentro di me.
Il libro è un omaggio ai miei ricordi d’infanzia, ma è anche esaltazione di un paesaggio, quello dell’isola di Salina, nell’arcipelago delle Eolie, dove i colori caldi e i profumi forti sono espressione di una natura ricca e variegata, di una vegetazione fitta e attraente.
Passavamo le nostre giornate soprattutto in giardino, quando il tempo era clemente, e spesso lo era, arrampicati sugli alberi….Mio fratello si era costruito una casetta tra i rami dell’alberello di arance…e durante le sue scorribande in campagna, portava qualche passerotto piccolo piccolo che era caduto da un nido; allora cominciavamo ad occuparci di lui: gli imboccavamo vermi che avevamo trovato in giardino e molliche di pane. Poi lo tenevamo amorevolmente tra le mani finchè il poveretto stremato da quelle attenzioni assillanti, moriva.
La raccolta dei capperi impegna uomini, donne e bambini per tutti i mesi estivi. Il cappero è la gemma della pianta mentre il frutto, il cucuncio, è il pistillo del suo fiore, bellissimo
A Salina il contatto con la natura è diretto, per cui è normale per i bambini giocare con lucertole, grilli e calabroni. Una volta ricevetti un dono molto particolare: una giostrina di calabroni.
…un mio caro amico aveva catturato dei bellissimi calabroni e con un filo di cotone li aveva legati insieme a una distanza di dieci-quindici centimetri uno dall’altro. Il risultato era fantastico perchè i calabroni giravano in cerchio come se stessero facendo un giro di giostra.
…Gli inverni trascorrevano lenti e nei giorni in cui il vento fischiava forte e il mare era in tempesta, rimanevamo a casa a studiare…
Era tutto grigio: il cielo, il mare e ciò che ci faceva stare tranquilli era stare dietro i vetri della porta di casa a osservare e ascoltare le storie di pescatori coraggiosi che affrontavano il mare in tempesta per andare a spezzare le trombe marine che si erano fatte più grigie del mare e del cielo.
E intanto mia madre cantava le sue antiche canzoni
Viri chi dannu ca fannu i babbaluci
ca cu li corna ammuttanu i balati
si non era prontu a ittarici na vuci
viri chi dannu ca fannu i babaluci
Vedi che danno che fanno le lumache
che con le corna spingono pietrone
se non era pronto a lanciare un grido
vedi che danno fanno le lumache
E tornava a risplendere il sole