• Info

amareilmare

~ la musica del mare: onda dopo onda, nota dopo nota. Un adagio e poi, con impeto, esplode la passione.

amareilmare

Archivi della categoria: libri

BUCHI BIANCHI

24 venerdì Mar 2023

Posted by paolina campo in libri

≈ 4 commenti

Tag

buchi bianchi, Carlo Rovelli, meraviglia

una parte della materia oscura potrebbe essere costituita da miliardi e miliardi di questi piccoli, delicati buchi bianchi, che ribaltano il tempo dei buchi neri, ma non troppo, e fluttuano lievi nell’ universo, come libellule….

come gelsomini che la notte si aprono per ammirare la luna e al mattino raggiungono la terra, aspettando che un soffio di vento li porti via.

Chi sei tu

21 lunedì Nov 2022

Posted by paolina campo in libri

≈ 3 commenti

Tag

1984, libertà, Orwell

– Chi sei tu?- chiese un giorno il vento a un piccione che da lui si lasciava trasportare.

– Io? Sono una creatura che ogni giorno lotta perché sia ancora legittimo pensare che 2+2=4, nonostante tu soffi più forte in alcuni giorni, o stai cheto in altri, nascosto dietro una nuvola a osservare il mondo.

-Sai che potrei sconvolgere il tuo volo e ti potrei costringere a pensare che 2+2=5?

-Spero di morire prima che ciò accada.

Le cose ovvie, quelle semplici e vere andavano difese. I truismi sono veri, non si doveva vacillare! Le pietre sono dure, l’acqua umida, gli oggetti cadono verso il centro della Terra in assenza di supporto. Con la sensazione di star parlando a O’Brien e di enunciare un importante assioma, scrisse:

La libertà è libertà di dire che due più due fa quattro. Garantito questo, il resto ne consegue.

Orwell, 1984

Il riscatto

03 sabato Set 2022

Posted by paolina campo in libri

≈ 1 Commento

Tag

coraggio, forza, Sicilia, tornare

Viola Ardone, OLIVA DENARO

Anche questo è fare politica…

Letture estive

29 venerdì Lug 2022

Posted by paolina campo in libri

≈ Lascia un commento

Tag

letture estive

Pietre perse sono.

E ti pare appellativo degno?…Ti pare che una terra che guarda tutta la costa da Catania a Siracusa, si può mortificare accussì? Avvilire accussì? Dirle: – Cara mia, in fondo che sei? Quattro scogghi malamente scozzolati sulla collina, quattr’ossa manco buone a piantarci una vigna?- Avanti, rispondimi.

Tea Ranno, Gioia mia

Via della gratitudine

08 venerdì Lug 2022

Posted by paolina campo in libri, pensieri

≈ 5 commenti

Tag

gratitudine, Saramago, solitudine, sorrisi

È la vita. Un grande spazio dove su strade complanari è possibile seguire un percorso, imboccare uno svincolo, seguire un raccordo, girare attorno a una rotatoria, andare avanti per un rettilineo e poi incontrare una curva circolare dove le ruote stridono, il manubrio rischia di impazzire e il percorso diventa arduo. Qui la velocità si scontra con il tempo che fa i conti con l’incertezza e la paura di non farcela, e per questo si dilata.

È la vita. Ha la sua segnaletica, indica pericoli e divieti e spesso ci sentiamo soli.

…la solitudine non è vivere da soli, la solitudine è il non essere capaci di fare compagnia a qualcuno o a qualcosa che sta dentro di noi, la solitudine non è un albero in mezzo a una pianura dove ci sia solo lui, è la distanza tra la linfa profonda e la corteccia, tra la foglia e la radice…

José Saramago, L’anno della morte di Ricardo Reis

Chissà se in questo grande spazio c’è Via della Gratitudine? Se esiste è piena di negozi, con vetrine scintillanti dove sono esposti sorrisi. Sorrisi in vendita per tutte le occasioni: sorrisi di bambini, questi sono i più preziosi; sorrisi di innamorati, di giovani e anziani. Poi ci sono i sorrisi di chi osserva e si meraviglia.

  • Quanto costano questi sorrisi?
  • Costano tanto, specie a chi è avaro di sguardi interessati.

Fedicei

21 martedì Giu 2022

Posted by paolina campo in libri

≈ Lascia un commento

Tag

mare, Salina

Salina

Al tramonto gli uomini si erano raccolti in cantina e, come al solito, avevano discusso e bevuto, bevuto e discusso.

-Fammi conoscere tua moglie…la prendo io!

-Che hai capito?!?! Per raccogliere i capperi!!!

E giù vino e risate.

-Fedicei, ma che cavolo di nome hai?

A fine serata non avrebbero capito più nulla, né dei loro discorsi e neanche quale uscita imboccare per tornare alle loro case: qualcuno si perdeva tra l’erba dell’orto dove trovavano spazio gli alloggi per conigli e galline; qualcun altro seguiva incerto la strada che portava alle viti; altri si addormentavano in cantina, prigionieri di un’ebbrezza dionisiaca. Fedicei aveva i capelli bianchi e beveva appena un bicchierino di malvasia. Quella cantina era la sua vita, ci aveva lavorato tanto. Guardava con attenzione le botti che dovevano essere portate al molo di scalo Galera: l’acqua salata del mare le avrebbe pulite e sterilizzate. Era un lavoro che andava fatto, per ogni botte, almeno ogni cinque o sei anni e quelle che si trovavano subito a destra dell’entrata alla cantina avevano bisogno di essere pulite. Decise di andare a letto e lasciare i suoi compari ai loro bicchieri profumati di allegria. Avrebbe aspettato il giorno dopo per parlare delle botti.

Fedicei era arrivato a Salina perché qualcuno aveva raccontato a suo padre che su quell’isola si stava bene. Avrebbe trovato terreni fertili e aria buona e non avrebbe conosciuto più la miseria se solo avesse lavorato sodo. Si decise quindi a partire da Barcellona Pozzo di Gotto alla volta di quell’isola felice.

-Fedicei, dove sei?

Il suo nome sembrava una specie di riassunto di quello che era la sua vita: una spinta continua verso la felicità che si trovava sempre in posti diversi da dov’era lui. I genitori avevano deciso di chiamarlo Felice, come il nonno paterno. Ma proprio quando stava per nascere, arrivò la notizia che un fratello di suo padre era morto al fronte. Si chiamava Cielo per un vezzo un po’ particolare del nonno che andava in giro per le strade del paese a recitare:

S’i fosse fuoco, arderei ‘l mondo;
s’i fosse vento, lo tempestarei;
s’i fosse acqua, i’ l’annegherei;
s’i fosse Dio, mandereil’ en profondo;
s’i fosse papa, allor serei giocondo,
ché tutti cristiani imbrigarei;
s’i fosse ‘mperator, ben lo farei;
a tutti tagliarei lo capo a tondo.
S’i fossi…..

-Ma che racconti?- gli gridava dietro la gente.

-Cielo, cielo!- rispondeva lui.

Mischiando le sillabe di Felice e Cielo, e adattando un po’ il senso, era venuto fuori Fedicei, un nome strano ma che sapeva di sogni lontani, di stelle antiche e stanche. La famiglia di Fedicei si stabilì a Capo, nei pressi della chiesetta di Sant’Anna, e lì iniziarono la loro attività di contadini. Coltivarono la vite e il loro orgoglio più grande era la produzione della Malvasia. Avevano saputo della fillossera, di come le piante erano state attaccate e distrutte. Tanta gente era stata costretta a lasciare quell’isola verde. Ma bisognava ricominciare, era necessario lavorare in quei campi e farli tornare al loro splendore. Chi va via non torna più e ciò che si è lasciato va recuperato, tutelato e salvato da chi di un luogo riesce a sentirne il respiro, e la famiglia di Fedicei si riempì i polmoni dell’aria di quell’isola che aveva bisogno di cure. Seguendo il trascorrere delle stagioni, si zappava, si potava e si portavano le botti a mare. Legate sulla schiena come fossero grossi zaini, i contadini percorrevano a piedi la contrada di Capo Faro e Capo Gramignazzi fino ad arrivare a Malfa. Qui raggiungevano la lunga scala che portava al molo e giù, piano piano, facendo attenzione a non perdere l’equilibrio, fino al mare che avrebbe aiutato quegli uomini forti spingendo le onde fin dentro le pance capienti delle botti di legno. Fedicei aveva sempre seguito il padre e andare al mare gli piaceva tantissimo: la frescura, l’odore e il gioco delle onde gli davano tanta allegria. Una volta lavate, le botti si asciugavano al sole e gli uomini si concedevano un po’ di riposo mentre i ragazzi facevano il bagno. Arrivava la sera e bisognava portare i barili in cantina. Il ritorno sarebbe stato più faticoso: le botti umide erano più pesanti e la scala era tutta in salita!

L’uomo dal nome strano era vecchio ormai e, disteso sul letto, pensava a come riusciva a fare quel lavoraccio e dove trovava la forza, lui che non era neanche un grande uomo: piccolo e magro, andava e tornava. Era la spinta dell’entusiasmo, era la gioia di fare con gli altri era… era che era giovane e forte, nel fisico e nell’animo.

-Fedicei, chi fai? Vieni?

-No, no! Oggi sto a casa.

Il limite

17 venerdì Giu 2022

Posted by paolina campo in libri

≈ 5 commenti

Tag

Cesare Pavese, Dialoghi di Leucò, La Nube

LA NUBE – Molte cose sono mutate sui monti. Lo sa il Pelio, lo sa l’Ossa e l’Olimpo. Lo sanno monti più selvaggi ancora.

ISSIONE – E che è mutato, Nefele, sui monti?

LA NUBE – Né il sole né l’acqua, Issione. La sorte dell’uomo è mutata. Ci sono dei mostri. Un limite è posto a voi uomini. L’acqua, il vento, la rupe e la nuvola non son più cosa vostra, non potete più stringerli a voi generando e vivendo. Altre mani ormai tengono il mondo. C’è una legge, Issione.

ISSIONE – Quale legge?

LA NUBE – Già lo sai. La tua sorte, il limite…

Ultime luci del giorno

02 lunedì Mag 2022

Posted by paolina campo in libri

≈ Lascia un commento

Tag

Josè Saramago, mare, tramonto, viaggio

Al di là delle tende sottili le finestre si sono fatte d’improvviso luminose, sono i lampioni della strada. Già così tardi. Questo giorno è finito, ciò che ne resta si libra lontano sul mare e sta fuggendo, soltanto poche ore fa Ricardo Reis navigava su quelle acque, adesso l’orizzonte è qui dove arriva il suo braccio, pareti, mobili che riflettono la luce come uno specchio nero, e invece del pulsare profondo delle macchine del vapore, lui sente il sussurro, il mormorio della città, seicentomila persone che sospirano.

Josè Saramago, L’ANNO DELLA MORTE DI RICARDO REIS

“Capire la gente”

28 lunedì Feb 2022

Posted by paolina campo in libri

≈ Lascia un commento

Tag

Philip Roth, vivere

…capire bene la gente non è vivere. Vivere è capirla male, capirla male e male e poi male e dopo un attento riesame, ancora male. Ecco come sappiamo di essere vivi: sbagliando. Forse la cosa migliore sarebbe dimenticare di avere ragione o torto sulla gente e godersi semplicemente la gita. Ma se ci riuscite…Beh, siete fortunati.

Philip Roth, Pastorale americana

La saggezza di Sancio

14 venerdì Gen 2022

Posted by paolina campo in libri

≈ Lascia un commento

Tag

Cervantes, Don Chisciotte, malinconia, paesaggi, saggezza

Castiglione di Sicilia

Signore, la malinconia non è fatta né per le bestie né per gli uomini: ma se questi vi si abbandonano disperatamente, diventano bestie. Torni in sé vossignoria, ripigli la briglia di Ronzinante, si faccia coraggio, si desti e spieghi quella gagliardia che è tutta propria dei cavalieri erranti. Che diamine è questo? Che avvilimento è quello di vossignoria? Siamo noi qua, o in Francia? Il diavolo si porti quante Dulcinee si trovano al mondo, ché la salute di un solo cavaliere errante deve andare innanzi agli incanti ed alle trasformazioni tutte del mondo.

Miguel de Cervantes, DON CHISCIOTTE DELLA MANCIA

← Vecchi Post

I miei libri

era
vi racconto
l'uomo di
A fine giornata
wp-16051973567048073178018814297288.jpg

Articoli in archivio

Mare e Montagna

  • BUCHI BIANCHI
  • Tristezza sorridente
  • Otto e il principe Orgoglio
  • Si apra il sipario
  • Il mondo dentro e fuori di noi
  • Una mattina particolare
  • Ulna e Elos (1)
  • Mente e cuore
  • A lezione da Rodari
  • Unal e Elos
  • Etta e la luna
  • Vita da geco
  • Viaggio sulla luna
  • La magia delle onde
  • C’era una volta…

amareilmare

marzo: 2023
L M M G V S D
 12345
6789101112
13141516171819
20212223242526
2728293031  
« Feb    

Sito web creato con WordPress.com.

  • Segui Siti che segui
    • amareilmare
    • Segui assieme ad altri 232 follower
    • Hai già un account WordPress.com? Accedi ora.
    • amareilmare
    • Personalizza
    • Segui Siti che segui
    • Registrati
    • Accedi
    • Segnala questo contenuto
    • Visualizza il sito nel Reader
    • Gestisci gli abbonamenti
    • Riduci la barra
 

Caricamento commenti...