30 Aprile 1795. In via del Pozzo, il vescovo Corrado Maria Donati Moncada dichiarava fondata la chiesa di san Berillo. Un groviglio di strade, traverse, case e casette si erano moltiplicate, espandendosi fino a formare un vero e proprio quartiere a ridosso del centro storico di Catania. Era quindi necessaria una parrocchia che accogliesse tutti i fedeli della nuova comunità. La chiesa, umile costruzione posta nelle vicinanze di un pozzo, era stata intitolata a San Berillo, primo vescovo della città etnea. Anche il quartiere prese il nome dell’antico patriarca e fu caratterizzato dalla presenza di tessitori, uomini e donne, che lavoravano a domicilio su vecchi telai, producendo manufatti di alta qualità.
Via dei Tessitori era collegata alla via dei Setaioli che poi incrociavano via Pastore, via Rocca del Vento, via delle Belle.
– Sei una poco di buono! Chi credi di essere?
– Maledetto! Vai via! Non ho tempo da perdere con uno squattrinato come te!
In via delle Belle si praticava il mestiere più antico del mondo: lì approdavano uomini giovani e meno giovani, ricchi e benestanti, poveri e malandati. Tutti in cerca di una dose d’amore. A pagamento.
In via dei Tessitori viveva Agatina, una donna piccola con gli occhi profondi come il mare. Lavorava sul suo telaio antico che era stato di sua madre e prima ancora di sua nonna, preferendo i filati che raccontavano il blu, l’azzurro, il celeste del mare e del cielo.
– Questo telaio è la mia vita, ne avrò cura per sempre! Avissi annurbari di tutti e du occhi.
Una promessa per la vita.
Si svegliava presto e prima di iniziare il suo lavoro, passava dalla chiesetta per le lodi mattutine, andava a prendere l’acqua nel pozzo, scambiava due parole con le vicine e tornava a casa. Rimaneva ore seduta al suo telaio, con i capelli raccolti dentro un fazzoletto di cotone e un grembiule che le copriva bene il petto e le gambe dove si raccoglievano pelucchi e fili rotti e poi, via: una mano avanti e una indietro, instancabilmente, nonostante certi giorni la luce nella stanza arrivava appena e all’imbrunire il bagliore di una candela non bastava a illuminare il telaio.
–Avissi annurbari di tutti e du occhi
Ma i suoi occhi si ammalarono e Agatina divenne orba di tutti e due gli occhi. Disperata giurava di non meritare quel castigo, che lei avrebbe voluto ancora lavorare e mostrare cosa sapeva fare. Si fece portare un grande pennello e delle latte di colore blu, azzurro, celeste, indaco e iniziò a dare colpi di colore alle pareti, ai mobili, al telaio. Giorno dopo giorno, colore su colore fino a quando qualcuno la portò in via degli Ammalati dove era sorto un grande edificio per il ricovero di gente che come lei aveva perso il senno.
Trascorsero gli anni, il quartiere, nonostante la laboriosità dei suoi abitanti, andò incontro a notevoli difficoltà: i grandi imprenditori non avevano più tempo da perdere dietro i buoni manufatti e si dedicarono ai guadagni più veloci che venivano dall’edilizia.
Agatina morì prima che arrivassero le ruspe che, come bestie inferocite, sventrarono il quartiere e distrussero il suo telaio.
Per saperne di più: Incontri, la Sicilia e l’altrove – Anno VI N.22 – pag.41
Scrivi storie molto belle, grazie
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Grazie a te, sei molto gentile 🤗🤗🙏
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Che storia bella e malinconica!
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🙏🙏🤗❣️
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Agatina è lo specchio di un territorio a cui è stato spesso impedito di guardare alle proprie risorse come sviluppo di ricchezza.
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Capisco! Grazie per la bella risposta e buona serata 💞
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Buona serata anche a te cara Luisa🤗❣️💕
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Grazie, Paolina 🌹. Io sono nato nel quartiere. Ogni mattina per andare a scuola passavo davanti la chiesa di San Berillo, finché un mattino non ho iniziato ad assistere dal mio balcone alle ruspe che demolivano le case per costruire un deserto Corso Sicilia, pieno di banche e uffici e di là il nulla. Una triste storia per tante famiglie che, come Agatina, persero la vista del loro amore. Grazie 🙏🌹
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Proprio così Marcello. Catania ha conosciuto un periodo in cui la bellezza partecipava della vita delle persone, della loro storia.
Grazie a te Marcello per il gradito commento. Ti auguro una buona serata🤗👋👋🌼
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Grazie a te per la risposta, Paolina🙏🌹 Ricambio l’augurio di una buona serata 🤗🌹
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