C’era una volta, al tempo delle favole, un’anima bella che aveva preso dimora nel cielo, accanto a un maestoso vulcano. Era passato tanto tempo da quando era scappata dal mondo chiaccheroso e rumoroso, seguendo la scia di un arcobaleno lontano. Si era spogliata di tutte quelle parole inaspettate come frecce appuntite che brillavano di sangue e di dolore; aveva dimenticato l’attesa di sguardi che credeva sinceri e invece le avevano graffiato il cuore bambino che non era mai cresciuto.
C’erano però cose che non avrebbe mai dimenticato: l’odore del mare e della terra bagnata dalla pioggia; il colore gioioso delle erbette selvatiche e la fragranza dei fiori di primavera; il profumo del mosto e le risa festose dei bambini. Erano cose che un vento generoso, di tanto in tanto, trasportava per le vie del cielo rallegrando le stelle, i pianeti e tutti gli abitanti di quel mondo celeste.
Presto, presto, allora, l’anima bella raccoglieva un tantino di fuoco dal vulcano, delle nuvolette chiare come albumi di uova fresche di giornata, alcuni soffi di aria fresca e gocce di pioggia leggera. Montava tutto con un vortice veloce di maestrale, fino a formare una bella torta ripiena d’amore vero e dolci ricordi. Quando passavano di lì tutte le cose belle della vita, facevano onore a quell’immensa soffice bontà, lanciando sorrisi carichi di gioia.