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Era una calda giornata di primavera e le campane avevano da poco adempito al loro compito quotidiano di festeggiare le dodici in punto. Seduta a osservare la quiete che mi circondava, mi lasciavo accarezzare dal tepore del sole, mentre giravo lo sguardo ora a osservare un angolo di cielo attraversato da svolazzanti nuvole bianche, ora una grossa e generosa pianta di gerani, ora un albero di limoni che da tanti anni regalava frutti in abbondanza. Ad ogni immagine mi soccorreva la nostalgia di un tempo che non c’era più e di una vita che immaginavo diversa. Qualcuno aveva dipinto per me un mondo che avrei per sempre amato ed io ero lì, ancora, a farmi abbracciare dai colori di un quadro dove entravo e uscivo con l’alternarsi delle emozioni, con il trascorrere del tempo, con il cuore sempre pieno di attese.
I’ vo piangendo i miei passati tempi
i quai posi in amar cosa mortale,
senza levarmi a volo, abbiend’io l’ale
per dar forse di me non bassi essempi.
Petrarca, Canzoniere
Bellissime parole, mi sono immaginata seduta nella mia terrazza…
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