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Un uomo corre per strada, prima con un incedere calmo come se avesse solo fretta di arrivare da qualche parte. Poi accelera il passo, corre più veloce: forse ha paura di non arrivare in tempo alla fermata dell’autobus. Ha un cappello di lana da cui escono i capelli grigi di uno che ha già una certa età. Sarà già andato in pensione e vive la sua vita tra il trascorrere lento dei suoi giorni e la solitudine di una casa troppo fredda. Indossa una giacca pesante di taglia grande, 50-52, e corre. All’improvviso, qualcuno da un supermercato lo chiama:
-Signore, signore…!-
e lui corre più forte. Due giovani uomini gli vanno dietro, corrono anche loro. L’uomo imbocca una traversa e i due uomini lo raggiungono, lo fermano e gli tolgono la busta che si stava portando dietro. Aveva rubato. Non si fa, è una trasgressione, è un atto ignobile. E’ una mancanza di rispetto nei confronti del lavoro di tante persone che si sono spese, che si sono alzati presto al mattino, che hanno affrontato fatica e freddo perché quel pacco di biscotti potesse arrivare sugli scaffali del supermercato. Eh sì, perché non poteva esserci altro in quella busta gialla, un pacco di biscotti. Una busta gialla e tre uomini per strada: due offesi dal gesto, uno che allargava le braccia dopo il fattaccio fallito.
Capelli grigi, giacca taglia 50-52, passo veloce ma non abbastanza e tanta voglia di interrompere, con una “bravata”, lo scorrere lento dei suoi giorni.