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Salina

Una volta un grosso uccello dagli occhi rossi come il fuoco, taglienti come lame di spade sguainate, guardò dall’alto la Terra e decise di mettere tutte le creature in un grande pentolone per godere dell’idea di gestire situazioni, emozioni e sentimenti. Tutti divennero ciechi, sordi, si dispersero le voci, si abbassò il volume dei battiti del cuore e il potere della tirannia apriva maestoso le sue ali, impedendo ai raggi del sole di raggiungere quel luogo maledetto. Trascorsero le stagioni, si susseguirono le albe e i tramonti e di quelle creature non se ne sentì più neanche il respiro. Poi,  una notte, arrivò un temporale e il grosso uccello si riparò avvolgendosi nelle sue stesse ali. Piovve copiosamente fino a quando al mattino un arcobaleno scese dentro il pentolone e le creature cominciarono a risalire su per i colori del mondo. Subito si scatenò un uragano che spinse il malvagio  dentro la sua prigione. La Terra si ripopolò e risuonarono da ogni parte i battiti dei cuori, come strumenti accordati dal sole che quel giorno splendeva radioso.