Arrivava la sera, leggera, silenziosa, magica, accompagnata da un soffio di vento. Tutto si era compiuto: le voci, i colori, i suoni, i racconti della gente, la luce, le ombre. Un’altra pagina della storia dell’ isola era stata scritta. Era tempo di voltare pagina e dare spazio a nuove parole, a nuova meraviglia.
-Dove correte?- chiedeva la sera a dodici letterine che svolazzavano veloci sulla battigia.
-Avete paura? Di cosa? Del mare?-
-Il mare siamo noi…siamo noi…- e intanto il vento accompagnava la leggerezza di quel volo simile a quello dei petali di un buganville che maestoso ornava case bianche e luminosi terrazzi.
La voce incalzava, voleva sapere.
-Dove andate? Che gioco è il vostro?
-Ci aspetta…Ci aspetta la casa dagli occhi di cielo!-
Quando arrivava la sera, la casa accoglieva le dodici lettere e le combinava in varia maniera perché formassero parole che descrivessero la vita, la gioia, il dolore. Così cominciava.
MARE – MITO-
ENTRARE – ETERE –
DENARO – DARE –
IDEA – IRA
TERRA – TRADIRE –
ERA – ERMETE-
REMO – RAMO –
……
Continuava fino ad ottenere dodici gruppi di parole. Dodici, come le fatiche di Ercole, i mesi dell’anno, gli apostoli e le dodici porte della Gerusalemme Celeste. Un’ onda sceglieva per lei una di quelle parole che per tutta la notte danzava e cantava e, infine, raccontava.
ERA: l’ ho vista arrivare e riempire un sacco di petali spenti. Lo consegnò alla Memoria e iniziò a disegnare una curva di arrivo. E poi si portò via il sospiro.
E ogni parola aveva il suo tempo narrante, per tutta la notte.
Arrivava poi l’alba: il vento fermava il suo soffio, stupito da tanta bellezza e la casa dagli occhi di cielo apriva la porta, consegnava le lettere al mare e attendeva di nuovo la sera.
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