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dialetto siciliano, disegno su cassetta di legno, mare, parole, sera, sogni, tramonto sul mare di Stromboli, vento
‘Nto scurari, all’imbrunire.
‘Nto, nel dialetto siciliano, traduce la preposizione articolata nel: ‘nto puzzu-nel pozzo; ‘nto lettu-nel letto, indicando qualcosa che è dentro qualcos’altro. Quando ‘nto precede un verbo, assume il significato di mentre, avverbio temporale, per esprimere una proposizione temporale che, in dialetto, si presenta nella sua forma implicita: ‘nto lavari-mentre lavo, ‘nto cantari-mentre canto. ‘Nto scurari-mentre sta per arrivare la sera, all’imbrunire, quando il sole è già sceso dietro l’orizzonte, le nuvole si fanno belle per accogliere la luna, e l’animo, come una casetta dagli occhi di cielo, si immerge ‘nto silenzio della sera e libera pensieri, sogni, ricordi fatti di parole, frasi, immagini. Ci si trova immersi in un momento della giornata, mentre questo momento avviene.
C’è davvero una casetta dagli occhi di cielo a Santa Marina, comune dell’isola di Salina, nell’arcipelago eoliano, poggiata su una roccia bagnata dal mare. Mille e più onde l’avranno raggiunta e chissà quante storie potrebbe narrare. La casetta ha una porticina azzurra e due piccole finestrelle come occhi di cielo che scrutano il mare. In quel piccolo cubo di pietra è possibile immaginare che vadano a incontrarsi, ‘nto scurari, le lettere dell’alfabeto che si scambiano i posti all’interno delle parole, per costruire racconti che navigano leggeri sulle onde e tra le nuvole. Fantasia e realtà si incontrano e partoriscono scene e spezzoni di vita. Un po’ come in una notte dove i sogni si susseguono tra la veglia e il sonno e sembrano spruzzi di immagini, soffi di pensieri tra i quali spesso non ci si raccapezza. Eppure, ogni scena è intrisa di vita vissuta in una danza ondeggiante di sentimenti e emozioni portati dal mare.