-Guarda…sta sistemando delle fascette di legno, una accanto un’altra…-
-Sì, le tiene attaccate una all’altra con altri pezzi di legno. Quanti chiodi sta piantando? Fa come mastro Peppino quando mette le tavole per costruire un lastrico…-
-Guarda… sembra un uovo sodo senza il tuorlo…-
-E ogni fascetta è colorata…che bei colori! Compare pittore avrà osservato per tanto tempo la bellezza dei colori del tramonto di Pollara per riprodurli così bene…
I ragazzi osservavano il giovane artista, nascondendosi dietro la porta d’ingresso, appena socchiusa, del laboratorio dove Virgilio Lo Schiavo stava costruendo la struttura in legno che anticipava il lavoro nell’abside della chiesa di Malfa. Il compare distolse all’ improvviso l’attenzione al suo lavoro e si girò come se sentisse di essere osservato. Non vide nessuno. Si alzò e si avvicinò alla porta. I due giovani, intanto si erano fatti vicini, vicini: la spiata stava per essere scoperta!
-Che fate lì fuori? Perché non entrate?-
-Non vogliamo disturbare…-
-Dai, su, entrate! Avevamo preso un appuntamento, non è vero Assunta?-
-Sì…i legni…ma, cosa fa con quei legni?-
-E’ bella la vostra curiosità… adesso vi spiego. Spesso non ci rendiamo conto di come guardiamo le cose. Soprattutto non ci rendiamo conto di come la natura ci abbia abituati alla bellezza delle forme e le cose che noi definiamo belle obbediscono a un rapporto speciale che si rifà a un rapporto che viene ricordato come sezione aurea.-
-Aurea? Sta costruendo una cosa d’oro? Non di legno?-
-No, no! Ascoltatemi bene. Se, per esempio, Assunta vuole fare il ritratto a Vincenzo, non disegnerà mai la testa più lunga di un braccio o una gamba più corta di un dito…-
-Mamma mia! E che era un mostro?-
-Visto! Ogni piccola parte del corpo deve essere proporzionata a tutto il corpo, altrimenti il disegno è brutto. La sezione aurea è proprio questo: è un rapporto esteticamente piacevole. Nel ‘500 grandi maestri, come Michelangelo, sfuttarono l’antico teorema del segmento di retta diviso in media e estrema ragione…-
Ai ragazzi sembrava che il pittore fosse un po’ strano: forse era uscito di senno? Ma di che cosa stava parlando? Maestro Cincotta parlava di geometria, punti, segmenti, rette e qualcosa avevano capito. Ma quello che diceva compare pittore non si capiva per niente!
-Vi ho disorientati…scusate, torniamo alle fascette di legno…-
-C’è disegnata una faccia…- osservava Assunta finalmente liberata dai discorsi intellettuali del suo importante amico– qui c’è un angelo… e qui in centro c’è san Lorenzo.-
-Tutto questo verrà riprodotto nella nostra chiesa, in alto, sopra l’altare.-
-Ma è troppo piccolo! Ci vorrà un binocolo per vedere questi disegni!-
-Non ti preoccupare…li farò grandi. Ogni fascetta di legno corrisponde a una parte di volta su cui riprodurrò in scala queste figure.-
-Certo, ci vuole la scala…- commentò pensierosa Assunta.
Virgilio rise e guardò con tenerezza quell’ingenua ragazza che voleva capire mentre con il pensiero inciampava su concetti fuori dalla sua umile comprensione.
I lavori iniziarono qualche giorno dopo e a nessuno fu concesso di entrare in chiesa, dove l’artista aveva fatto montare alti ponteggi.
Era l’estate del 1931 e per le strade del piccolo paesino dell’isola di Salina la vita trascorreva come sempre. La gente, adattando il tempo del proprio lavoro quotidiano al mutare del vento, passava davanti alla facciata della chiesa con curiosità mista a mistero, rispetto, soggezione, devozione che si mischiavano come i colori del tramonto di Pollara. Si aggiunse poi lo stupore, quando compare pittore terminò i suoi lavori e tutti poterono ammirare il Santo protettore di Malfa, San Lorenzo, ritratto in tutto il suo splendore.
A FINE GIORNATA