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Vogghiu ‘na vesti fatta di sita, tutta guarnita di bascilicò
Vogghiu. Voglio, voce del verbo volere. Nel senso di desiderare, volere qualcosa di cui si sente la mancanza, la nostalgia. Provare desiderium. Oppure nel senso di de-sidere, di distogliere lo sguardo dalle stelle, smettere di fantasticare e darsi da fare. Un po’ come i viaggiatori di una volta che guardavano le stelle per orientarsi e poi ne dovevano distogliere lo sguardo per seguire la rotta, cavalcare le onde: non c’era tempo per dare ascolto al desiderium, alla nostalgia di qualcosa che mancava, che faceva parte del passato. De-sidere: distogli lo sguardo dalle stelle e opera, lavora, agisci.
Vogghiu ‘na vesti fatta di sita. Fatta, participio passato del verbo fare. Nel senso di costruire, realizzare qualcosa. Con le mani. Fare qualcosa con le mani e, via via, perfezionare una tecnica. Impara l’arte e mettila da parte. Saggezza popolare del de-sidere. Interviene poi il genio creativo, la danza della mente, e ciò che prima è solo manufatto diventa arte.
Gli uomini acquistano scienza e arte attraverso l’esperienza. L’esperienza, infatti, come dice Polo∗, produce l’arte, mentre l’inesperienza produce il puro caso.
Aristotele, METAFISICA, A, 1, 981 a
Di sita. Di seta, tessuto pregiato che di un vestito ne evoca l’eleganza di antiche regge orientali, di principesse innamorate e tradite. Si torna a guardare le stelle e la mente viaggia lontano. C’era la guerra e si cantava, per allontanare la paura dal cuore. C’era la guerra e si sognava di avere ‘na vesti di sita, per non sentire il murmuriu della fame e immaginare di essere seduti a una tavola riccamente imbandita.
Tutta guarnita di bascilico’
Bascilico’. Basilico. Basilikos, erba degna di re, regale (Teofrasto, III secolo a. C.). Palermo, gli arabi, le cupole rosse, le spezie.
Vogghiu ‘ na vesti fatta di sita, tutta guarnita di bascilico’
Una sorta di stornello siciliano che mia madre non ricorda piu’ ma con un filo di voce accenna ancora una strofa
Viri chi ciavuru
Viri. Vedi, voce del verbo vedere. Con gli occhi. Ma anche con la mente, con il cuore.
Ciavuru. Profumo, odore. Storia, ricordo. Che vedi.
∗Polo di Agrigento, discepolo di Gorgia di Lentini, celebre sofista. Il Gorgia è un dialogo giovanile di Platone (386 a. C. circa) dove tra i personaggi compaiono Polo e Gorgia.