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Il sole, ormai volto al tramonto

dipingeva il cielo di caldi colori,

che il mare accoglieva

mischiandoli a pennellate d’azzurro.

Le nuvole si specchiavano orgogliose

in quella vasta distesa di acqua,

segnando delle zone più chiare,

come specchi di luce,

come laghi di un mondo fatato.

All’orizzonte Filicudi assisteva serena

allo spettacolo dei mille colori

che l’avvolgevano in quell’ora

che aspettava la sera.

Salina era un brulicare di gente operosa

che, nell’esplosione di un verde invitante,

rendeva omaggio ad un frutto

che è vanto di un lavoro pesante e costante,

che impegna le donne nei campi

e ha bisogno delle braccia forti degli uomini.

Il cappero aveva in serbo per loro una festa,

nel fiore che sbocciava d’incanto,

e nei suoi piccoli stami rivelava

una bellezza fino ad allora nascosta.

Un gioco di tenui colori

ricopriva la pianta spinosa,

così come mille faville

invadevano il cielo di una sera festosa.