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“Se «utile»è solo ciò che risponde ai bisogni primari, come mangiare, bere e accoppiarsi, allora l’ontologia rivendica orgogliosamente la sua inutilità. D’altra parte inutili sono anche le poesie d’amore dedicate a donne impossibili (o addirittura già morte) o la letteratura, che si abbandona a narrazioni inventate, o anche la musica e la pittura”. (Giovanni Ventimiglia, L‘ ontologia è svizzera e vale milioni, LA LETTURA Corriere della sera, Domenica 15 maggio 2016, pag.12).

Già Oscar Wilde aveva definito l’arte completamente inutile e, proprio per questo, pura bellezza, non contaminata dall’utile che distoglie lo sguardo, che allontana l’emozione di trovare in quell’in-utile tutta la nostra umanità.